JB vi partecipò, come vedremo.
In Vietnam, JB faceva parte della Compagnia B, 1°
Battaglione, 27° Reggimento Fanteria (Wolfhounds), 25a Divisione Fanteria.
E’ stato in Vietnam dal 6/2/1968 al 6/2/1969 ma c’è da
notare che già il 9 giugno 1968 cambiava compagnia, e veniva trasferito alla
compagnia HHC1 del Quartiere Generale, per assumere incarichi da “Opns Sgt.” , “Sergente Operazioni” con incarichi di
intelligence e poi, dal 16/10/1968 “Inf Opns Intel Sup”, “Specialista
Operazioni Intelligence”.
La Silver Star, la medaglia più prestigiosa che ottenne, gli
venne conferita per un’azione svoltasi il 9/3/1968, appena un mese dopo il suo
arrivo !
L’ho già riportato in altri post, ma repetita iuvant… ecco
la traduzione di Amicone.
Solo una noticina, lega la corda del fucile alle gambe
dell’uomo, cioè del soldato ferito, e lo trascina, carponi, per un totale di 80
metri, 60 fino alla postazione e altri 20 per “essere sicuro”. Forza e coraggio
incredibili.
Sotto vedete in rosso l’elenco delle decorazioni e
onorificenze conferitegli.
Amicone ha corretto alcune cifre; nel documento ufficiale
si sono perfino persi qualche decorazione per strada, esempio ha ricevuto due
Bronze Star, non una, e così due Purple Hearth.
La 25a Divisione di fanteria, di cui il 27° Reggimento, i
leggendari “Wolfhounds” (“Levrieri”), erano la punta di diamante, operò su una
vasta area, vedi sotto.
Ho evidenziato in rosso nomi di luoghi che poi ritroveremo…
Il Campo base era a Cu Chi, a una cinquantina di miglia a
NO di Saigon. Sotto, in rosso, ho evidenziato dove stava il 1° Battaglione.
Sotto una cartina che evidenzia i combattimenti svoltisi
tra il 31/1/1968 e il 14/2/1968 nella zona di Hoc Mon, un paesino 26 miglia nord-ovest di
Saigon, e che hanno visto impegnate due Brigate
(Task Force), la 2a e la 3a, ciascuna composta da diversi Battaglioni. In rosso
evidenzio il 1° Battaglione, 27° reggimento, di cui faceva parte JB. A Hoc Mon
si è scatenato l’inferno, come vedremo più avanti.
MAP OF FIGHTING FOR TASK FORCES OF THE 2ND AND
3RD BDES, 25TH INF DIV, FROM JANUARY 31 TO FEBRUARY 14. THE CHART SHOWS GENERAL DIRECTIONS OF ATTACK
AND GENERAL LOCATIONS OF ACTIONS ONLY. (MAP
BY LT BRUCE BURTON)
JB era arrivato in Vietnam il 6 febbraio, ma ricevette quasi subito il battesimo di fuoco a Hoc Mon, come mostra questo ritaglio (evidenziazione in rosso mia).
“Le sue memorabili esperienze includono la battaglia di Hoc Moon Woods.”. Il giornalista aggiunge “Dopo l'attacco di un'onda umana, il secondo assalto si trasformò in maiali selvatici. Fu il primo buon pasto da settimane. Il 25th aveva buoni cuochi hawaiani, molto bravi a fare il berbecue”. La sede della 25° divisione era infatti alle Hawaii, e quella volta li hanno “cucinati per benino”. Poi il solito lunghissimo elenco di decorazioni.
Ho trovato vari libri di soldati che sono stati in Vietnam in periodi più o meno sovrapponibili a quelli in cui c’era JB.
Gary L. Huber, un sottotenente che fu in Vietnam dal 26/9/1967 al 26/9/1968, venne assegnato alla compagnia A, 1° battaglione, 27° Reggimento di Fanteria (Wolfhounds), 25° Divisione di Fanteria. In pratica la compagnia gemella di JB, che era la B… !
Huber ha un sito, qui dove
ci sono tutti i componenti che ha rintracciato, del 1° e 2° Battaglione, 27° Reggimento.
Se cliccate su “1st Battalion” e poi su “Co. A, 1/27” trovate il suo nome, se
invece cliccate su “1st Battalion” e poi su “Co. B, 1/27”… trovate un certo
Bevilacqua, Joseph…
Stesso Battaglione, diverse Compagnie, forse si sono visti
più di una volta, al campo base di Cu Chi… Huber partecipò a varie operazioni
nel 1967, a Bo Loi e Ho Bo Woods. Eccolo in tenuta “operativa”.
Riporto un passo dal suo libro, “Wolfhounds Vietnam Alumni”, giusto per far vedere le condizioni in cui operavano.
La giungla era molto fitta e
per potermi muovere ho dovuto incaricare uno dei ragazzi del mio plotone di
tirar fuori un machete e iniziare a falciare la giungla. Faceva molto caldo, e dovevo mettere un ragazzo
diverso al machete circa ogni 10 minuti. Facevamo circa 100 metri in un’ora.
Cento metri all’ora… un muro verde di piante,
intricatissimo, caldo soffocante, zanzare, e magari un VC (Viet Cong) che ti
sta spiando…
La “mancata” battaglia Hoc Mon.
Ci
spostammo da Duc Hoa a un vicino villaggio chiamato Hoc Mon e iniziammo ad operare da quella
posizione. Hoc Mon è situato appena
fuori dall'autostrada 1A, circa venticinque miglia a nord-ovest di
Saigon, Vietnam del Sud. Il 31 gennaio 1968, Festa Lunare vietnamita (TET), i
comunisti lanciarono l'offensiva del Tet 1968. Speravano di sconfiggere gli
americani e di spingere il popolo a ribellarsi.
Il
nostro intero battaglione fu trasportato dagli elicotteri nella zona di Hoc
Mon, dove allestimmo un nuovo campo base avanzato del battaglione. Effettuammo
alcune missioni di ricerca e distruzione (Search and Destroy) nei giorni successivi.
Il 6 febbraio (il giorno in cui JB arriva in Vietnam) la nostra compagnia fu
trasportata in elicottero a Hoc Mon. Al briefing del Capitano la sera del 5
febbraio, noi (i capi plotone) fummo informati che la compagnia avrebbe fatto un
attacco vicino a Hoc Mon. La compagnia avrebbe ripulito l’area, e fatto una
search and destroy. Quando avessimo terminato l’operazione di ripulitura, il
mio plotone sarebbe rimasto indietro per tendere un’imboscata. Gli eventi della
giornata cambiarono i nostri programmi e l’imboscata non ebbe luogo.
Salirono sugli elicotteri alle 7.30 di mattino. Nella LZ
(Landing Zone) faceva freddo, tutto era calmo. L’operazione iniziò alle 10 di
mattina. Dopo aver lasciato la LZ si disposero in formazione in linea. Il
plotone era sul fianco sinistro della compagnia. Dopo aver superato alcune case,
si imbatterono in un tempio buddista a Hoc Mon.
Nella scritta sopra il cancello si legge “Hoc mon,
provincia Gia Dinh”.
In seguito, nei pressi di un cimitero, caddero in un
imboscata infernale e Huber venne gravemente ferito al collo e ad una spalla.
Seguì il ricovero, un’operazione, e un periodo di riabilitazione. Il tenete
tornò a dirigere un campo di addestramento, ma la sua avventura operativa in
Vietnam era finita.
Qualcun altro, però, visse la stessa battaglia in modo
diverso… dal libro di Alfred S. Bradford “Some Even Volunteered: The First
Wolfhounds Pacify Vietnam” del 1994. Bradford, che rimase in Vietnam dal
settembre ’67 all’agosto ’68, era S-1 cioè faceva parte dell’amministrazione
del personale, quindi le azioni di guerra vengono da lui riportate.
Mentre
ero a Ft. Benning, il 1/27°
Fanteria (Primi Wolfhound) operava vicino a Saigon dalla base della 25a
divisione di fanteria a Cu
Chi.
Il 1/27°
Fanteria con il suo battaglione gemello, il 2/27° (Secondo Wolfhound), e il
Quinto Mech (noti insieme come "Fire Brigade", "Brigata di fuoco") avevano stabilito
la base.
I
Wolfhound non furono pesantemente impegnati nell’offensiva del Tet del ’68
(sebbene avessero accumulato un numero di quattrocento morti in una battaglia),
ma in maggio e giugno hanno messo i piedi sul fuoco. I sopravvissuti mi hanno raccontato molto
di quei giorni, quando arrivai a fine settembre.
“La NVA (North Vietnamese Army) assegnò un reggimento con il compito di seguirci ovunque andassimo. . . e distruggerci. Ci sono quasi riusciti”, mi ha detto un tenente.
Ai
Wolfhound fu assegnato il
tranquillo paesino di Hoc Mon (circa ventisei miglia a nord-ovest
di Saigon). Costruirono una base di supporto per l’artiglieria e si
rilassarono, finché, una notte, un reggimento NVA mosse verso di loro.
"Era
come un film di John Wayne", mi disse il tenente Brown (era S-5 quando lo conobbi, ma poi
diventò capo plotone).
“Ci è voluta una settimana per
attraversare l’autostrada. Chiamammo le navi e l’artiglieria. I jet
lanciarono il napalm così vicino che persi le sopracciglia. Le nostre
mitragliatrici preparavano il fuoco di supporto. I traccianti verdi venivano
verso di noi. Ci alzavamo e avanzavamo e sentii me stesso urlare:
"Andiamo ! Andiamo ! Seguitemi!” Ma si buttavano giù e non sapevi se erano
morti, feriti o solo stanchi. Quasi tutti gli ufficiali l'hanno capito. I
plotoni erano guidati da quattro soggetti veloci. Ci abbiamo messo una
settimana per attraversare l'autostrada."
Alla fine un battaglione nemico rimase intrappolato all'interno del perimetro che costruirono attorno alla città. Il perimetro era così stretto che i nostri uomini non potevano sparare con i fucili per paura di colpirsi a vicenda. Gli APC (veicoli trasporto truppe) arrivarono e distrussero i NVA. I Wolfhounds ammassarono oltre duecento corpi e li abbandonarono a marcire tra le rovine del borgo.
La stessa “maledetta”
autostrada di cui parlava Huber. Lo scontro fu durissimo.
DOPO LA
BATTAGLIA - Un fante americano esamina i resti di una capanna che un'ora prima
era stata utilizzata da un cecchino vietcong.
L'azione ha avuto luogo nel villaggio di Hoc Mon dove il 1° Bn, 27° Inf ha combattuto i VC (Viet
Cong) che avevano occupato il villaggio.
(Foto di SP4 B. Roessler).
Un altra testimonianza viene dal libro "Red Thunder Tropic Lighting" di Eric M. Bergerud, un professore di storia militare e americana.
Jerry Liucci era con i Wolfhound durante gli aspri combattimenti intorno a Hoc Mon. Come sottolinea, il nemico, per una volta, non stava combattendo nel suo cortile. La maggior parte dei soldati della forza principale nemica non conoscevano il terreno, e le pattuglie americane per le imboscate, normalmente inutili, ottennero diversi importanti successi. I grandi scontri erano quasi sempre vittorie americane. Liucci racconta il risultato di un fallito attacco notturno al perimetro della sua unità:
“Una notte sentivamo un forte odore di erba nel bosco; probabilmente una parte era nostra. Abbiamo sentito molto rumore, urla e strepitii, e abbiamo persino sentito "Take Five" di Dave Brubeck mentre stava arrivando il crepuscolo. Avevamo la sensazione che sarebbe stato pesante. Il medico mi guardò e disse: "Ho questa brutta sensazione: penso che stasera verremo colpiti". Abbiamo scavato molto meglio del solito. Avevamo un triplo filo a fisarmonica, claymore e tripwire, e abbiamo anche tagliato alcuni campi di fuoco.
Il nostro plotone subì un'imboscata notturna a circa 2 clic di distanza. Verso le 02:00 abbiamo sentito molti spari dal perimetro. C'erano strilli alla radio tra le nostre compagnie. Ci fu una penetrazione sulla linea del bunker e il nemico fu respinto. Diventò davvero pesante. Era molto buio e da lontano potevamo vedere i traccianti e sentire le esplosioni. Ci fu ordinato di andare. Entrammo poco prima dell'alba e il combattimento era ancora in corso. C'erano più di 100 corpi. Più tardi, quel giorno, trovammo altre tombe in superficie. Per darvi un'idea di quanto fossero tenaci le persone che stavamo combattendo: ho trovato un medico VC, morto. che si era legato a un ciuffo di bambù, con una siringa di morfina infilata nel braccio. Aveva una grossa ferita alla gamba e una grossa ferita al braccio ed era morto dissanguato. Aveva un RPG pronto, con la sicura disattivata. Lo abbiamo fatto saltare in aria perché era lui stesso una trappola esplosiva. Un altro ragazzo stringeva in mano una delle nostre claymore quando gli abbiamo sparato: stava per provare a farsi esplodere sul nostro perimetro. Questo mi ha impressionato. Quando una persona è disposta a farlo, deve avere una volontà fortissima. Mentre stavamo perlustrando il perimetro, un VC è saltato in piedi e ha ucciso uno dei nostri. L'abbiamo ucciso, ma questo ha avuto davvero la meglio su di noi. Sorprendente.
Sotto: Il soldato Jerry Liucci con la
sua M60 durante gli aspri combattimenti nei sobborghi di Saigon, a Hoc Mon, nell’offensiva
del Tet nel 1968.
Ancora... dal libro di Melvin C. Walthall, "Lightning Forward. A History Of The 25th Infantry Division". Nell'appendice ci sono contributi vari, tra cui la testimonianza del M.Sgt. J. J McMaines, Jr, della 2a brigata.
Con le tre unità originali, il 1° e il 2° Battaglione 27th Wolfhounds e il 1° Battaglione (Meccanizzato), 5th Fanteria, la brigata ha effettuato una delle mosse più veloci e fluide nella storia della divisione. La mossa intendeva interdire e fermare il movimento di note forze nemiche infiltrate a sud attraverso la piantagione di gomma Michelin e l’area boschiva a nord-ovest di Cu Chi vicino a Dau Tieng.
Dal 22 agosto al 29 agosto il
posto di comando è rimasto disposto nel quartier generale di Dau Tieng per
muoversi con rapida reazione a qualsiasi riconosciuta forza nemica. Il più
significativo scontro del periodo avvenne quando un battaglione NVA assalì la sede notturna del 1/5
Mech e del 2/27. I Guerrieri difesero con successo il loro
perimetro, uccidendo almeno novantanove nemici nel processo, ma perdendone solo
otto.
Impressionanti conferme incrociate della battaglia di Hoc Mon !
Bradford, più sopra, riporta le parole del tenente Brown che
partecipò alla battaglia, in cui un reggimento di NVA assalì le posizioni del
1° e 2 ° battaglione dei Wolfhounds. “Era come un film di John Wayne”… e conclude
“I Wolfhounds ammassarono oltre duecento corpi e li abbandonarono a marcire tra
le rovine del borgo”.
Jerry
Liucci parla col medico che gli dice “Ho questa brutta sensazione: penso
che stasera verremo colpiti”. L’imboscata scattò alle 2.00, e conclude “c’erano
più di 100 corpi”. McMaines
riporta che: ”Il più significativo scontro del periodo avvenne quando un
battaglione NVA assalì la sede notturna del 1/5 Mech e del 2/27. I Guerrieri
difesero con successo il loro perimetro, uccidendo almeno novantanove nemici
nel processo, ma perdendone solo otto.”
Il telefono senza fili può ampliare i risultati, Brown parla di oltre duecento corpi, Liucci di più di 100 corpi, McMaines novantanove nemici, ma il risultato è sempre lo stesso : uno scontro infernale !
Sempre per quanto riguarda i controlli incrociati, dal sito della 25th dove vengono ampiamente commentate le principali operazione della 25th si legge :
Anche il 1° Bn, 27° Inf si trasferì nel distretto della capitale
dalla loro posizione avanzata a Duc Hoa.
L'unità ha
allestito un campo base alla periferia di Hoc Mon, un grande sobborgo di
Saigon che era stato invaso la notte prima.
Doveva essere teatro di sanguinosi combattimenti nelle due settimane
successive.
Ricordate la testimonianza di Huber, e il cimitero dove venne ferito ? Inizia proprio dicendo che si spostarono da Duc Hoa a Hoc Mon, dove allestirono un campo base.
Sostenuti da elementi del 1° Bn, 8° Art, i Wolfhound entrarono a Hoc Mon il giorno successivo, ma incontrarono solo una leggera resistenza mentre spingevano i Viet Cong dalla città. Sebbene i combattimenti variassero di intensità, i contatti avvenivano quasi quotidianamente mentre i due battaglioni Wolfhound e il Cav attraversavano l'area densamente popolata a nord-ovest della capitale. La stessa notte, una pattuglia di 20 uomini del 2° Wolfhound tese una frettolosa imboscata quando avvistarono una compagnia di vietcong che si muoveva verso di loro attraverso un cimitero. I Levrieri (Wolfhounds) aprirono il fuoco con armi leggere, automatiche e granate, uccidendo 35 nemici nell'azione di tre minuti. Non ci furono vittime americane.
Ecco l'imboscata al cimitero ! Nessuna vittima americana ma Huber rimase gravemente ferito, e la sua avventura "operativa" finì.
Alcuni
dei combattimenti più pesanti del periodo di due settimane scoppiarono il 9
febbraio, quando elementi sia del 27° battaglione Inf. che del 4° Cav combatterono i Viet Cong
trincerati intorno a Hoc Mon.
All'estremità settentrionale del villaggio, due compagnie del 1° Bn, 27° Inf,
una compagnia del 2° Bn, 27° Inf e Delta Troop, 3° Sqdn, 4° Cav combatterono una battaglia di
sei ore che durò fino al calar della notte.
Le unità combinate uccisero 176 vietcong, catturarono tre
mitragliatrici calibro .50, 20 armi automatiche, 15 lanciarazzi RPG-2 e 50
colpi RPG-2.
Attacchi aerei, artiglieria ed elicotteri armati
bombardarono le posizioni nemiche a sostegno delle truppe di terra.
Ho sottolineato, sopra, una battaglia di 6 ore (!) che coinvolse due compagnie del 1° Bn 27° Inf. JB era nella compagnia B, quindi quasi certamente partecipò a quella battaglia !
Il giorno successivo Hoc Mon divenne nuovamente teatro di pesanti combattimenti, quando truppe del 4° Cav ed elementi del 1° Bn "Wolfhounds" misero alle strette un'unità nemica all'estremità occidentale del villaggio. Supportata da cannoniere, artiglieria e attacchi aerei tattici, la forza combinata uccise almeno 105 nemici e catturò sei armi automatiche, oltre a quattro lanciarazzi RPG.
Ricordate le drammatiche parole del tenente Brown , riportate da Bradford ? "John Wayne" etc. Conclude dicendo che i VC furono chiusi in uno stretto perimetro, arrivarono gli APC e alla fine si contarono più di 200 corpi dei nemici ammassati a marcire tra le rovine del villaggio. Sopra la puntuale conferma, gli APC erano gli M113 del 3° Squadrone, 4° Cav... arrivano i nostri...
Nel sito della 25a, ci sono anche
i soggetti decorati con la Silver Star (pochissimi) e la Bronze Star. Ho
controllato, non vengono riportate operazioni il 9 marzo 1968, data dell’azione
che gli valse la Silver Star, probabilmente si trattò di un’imboscata dei VC,
come se ne contavano a centinaia.
Poi ci fu la
battaglia di Dau Tieng, anzi le battaglie, perché vari luoghi furono teatro di
numerose operazioni. In qualcuna di queste intervenne JB, come si evince dalla
didascalia della foto nell’articolo del The Morning Call del 24/4/1969:
RASSEGNA - Il sergente capo Joseph Bevilacqua di Paterson passa in rassegna le operazioni dei “Wolfhounds” del 1° Battaglione, 27° Fanteria a Dau Tieng, vicino a Saigon. I “Wolfhounds” sono truppe di combattimento che fanno parte del 25° Fanteria “Tropic Lightning”.
In ultimo, una testimonianza di
Dal suo libro : “Vietnam Back In The Real World: 25
Infantry Division 1/27 WolfHounds”, un triste episodio di guerra, in cui perse
un caro amico, avvenuto il 12/4/1969.
Nel mio
primo giorno con la mia nuova compagnia, CO B, 1st BN, 27th Inf (esattamente la stessa compagnia e battaglione di JB !) sono arrivato con tutti
gli altri nuovi sostituti. Eravamo stati trasportati al campo base, lasciati e
portati nelle nostre nuove destinazioni. I miei nuovi membri della squadra erano in
un bunker scavato abbastanza in profondità nel terreno da poterci stare in
piedi. Aveva un tetto di metallo coperto di sacchi di sabbia. La maggior parte della squadra era seduta nel
bunker, al riparo dal sole e dal caldo.
È stato allora che ho incontrato Smitty. È stato il primo ad alzarsi e
darmi il benvenuto nella squadra. Smitty aveva capelli rossi e folti e grandi
baffi rossi e trasandati. Scoprii presto che anche Smitty era la persona che
tutti ammiravano. Smitty portava la mitragliatrice M-60. La adorava. Per gli
oltre due mesi trascorsi con Smitty, ho imparato a fidarmi di lui. Sapevo che
era sempre lì per aiutarmi e coprirmi le spalle. Smitty è stato uno dei motivi
principali per cui sono tornato dal Vietnam.
Ricordo
che gli elicotteri ci lasciarono. Poi siamo partiti per la nostra marcia sfortunata.
Il sole stava tramontando. Gli uomini di punta erano vigili, ma i vietcong
erano ben nascosti. Siamo caduti in una trappola mortale ben organizzata. I
plotoni 2 e 3 erano in testa. Il mio plotone, il 1°, era a circa 250 iarde
dietro i plotoni 2 e 3. I plotoni 2 e 3 furono colpiti duramente. Ogni volta che un uomo si alzava per tirarsi
indietro, veniva colpito. Entrambi i leader del plotone furono colpiti. Uno è
stato ucciso e l'altro ha ricevuto una brutta ferita alla gamba. Il 1° plotone ricevette gli ordini. Mandate
dieci uomini a tirarli fuori. Ormai era buio. Noi dieci abbiamo percorso
velocemente i 250 metri. Siamo entrati creando un forte volume di fuoco per
tenere a bada i vietcong. Abbiamo cominciato a tirare fuori i feriti, ma i
vietcong hanno intensificato il bombardamento delle nostre posizioni. Eravamo
tutti a terra. Volavano proiettili e cadevano colpi di mortaio. Siamo rimasti presi in un fuoco incrociato. Tutti
iniziarono a sparare in tutte le direzioni. Eravamo intrappolati. Non potevi
alzarti. Ho preso il fucile, ma non sapevo dove sparare. Potevo sentire gli
spari dell'M-60 di Smitty e di molti M-16. Era il caos più totale. Ero l'operatore radiofonico. Qualcuno gridò:
"Chiamate l'artiglieria". Armeggiai con la radio. Non conoscevo le
coordinate esatte, quindi ho chiamato un round di riferimento. Era lontano. Ho
dovuto chiamarne molti altri. Una volta
individuata la posizione giusta, ho iniziato a sentire le bombe cadere
tutt'intorno a noi. I vietcong iniziarono a ritirarsi.
È stata
una lunga notte. La voce arrivò. Smitty
è morto. Al sorgere del sole il 13
aprile, la compagnia aveva perso tre uomini e molti altri feriti. La nostra
squadra si è riunita. Eravamo tutti seduti per terra. Fu allora che Paul, uno
dei membri della nostra squadra, iniziò a piangere. Ben presto, a tutti noi
caddero le lacrime dagli occhi.
Una trappola mortale, come quella in cui cadde Huber a Hoc
Mon, e lo stesso successe al plotone di JB, quando lui andò a salvare il
commilitone ferito.
JB è stato uno dei sottufficiali più decorati dell’esercito
americano (!), come Canessa dice in questo video, al min 45 , leggendo una nota arrivata dall’ambasciata
americana, riguardo alle “insinuazioni” fatte dall’avvocato Bevacqua. Secondo l’avvocato,
JB, dopo la guerra, era stato mandato a dirigere il cimitero americano dei Falciani,
come punizione per un oscuro episodio di “fuoco amico”, e questo tipo di
punizioni erano la prassi nell’esercito americano. Nel documento, invece, vengono
evidenziati i sui gloriosi trascorsi militari e si dice che essere scelto come
direttore in un cimitero americano era un onore riservato a chi si era distinto
in guerra. Di sicuro ha compiuto azioni di straordinario coraggio, in Vietnam, un
vero Rambo… e non sappiamo se l’impiego al cimitero sia stata una sua scelta, o
meno.
Non è per gettare ombre, su questo luminoso “quadretto” in
Vietnam, ma rimane un fatto, statisticamente accertato, che i necrofili spesso
cercano impieghi nei cimiteri, o come operatori negli obitori, o come assistenti
nelle sale di autopsia, o nelle pompe funebri. Potrebbe quindi essere stata una
sua scelta, dettata dalle sue inclinazioni… o magari perchè gli ricordava le piantagioni degli alberi della gomma, ordinatamente disposti come lapidi in un cimitero (vedi post).
Stando alle parole di Amicone, Pacciani una volta chiese a
JB se poteva lavorare anche lui nel cimitero (!)… e secondo Anil Aggrawal, uno
dei massimi esperti mondiali sulla Necrofilia, Pacciani “probabilmente” era un necrofilo, di classe III, secondo la sua classificazione, mentre il MdF
apparteneva alla classe IXa dei necrofili (vedi post).
Coincidenze, rimandi incrociati, ma la domanda di fondo rimane sempre la stessa: Rambo, o Rambo Maligno ?
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