La battaglia di Hoc Mon

JB vi partecipò, come vedremo.

 

In Vietnam, JB faceva parte della Compagnia B, 1° Battaglione, 27° Reggimento Fanteria (Wolfhounds), 25a Divisione Fanteria.

E’ stato in Vietnam dal 6/2/1968 al 6/2/1969 ma c’è da notare che già il 9 giugno 1968 cambiava compagnia, e veniva trasferito alla compagnia HHC1 del Quartiere Generale, per assumere incarichi da “Opns Sgt.” ,  “Sergente Operazioni” con incarichi di intelligence e poi, dal 16/10/1968 “Inf Opns Intel Sup”, “Specialista Operazioni Intelligence”.
La Silver Star, la medaglia più prestigiosa che ottenne, gli venne conferita per un’azione svoltasi il 9/3/1968, appena un mese dopo il suo arrivo !

 

 

L’ho già riportato in altri post, ma repetita iuvant… ecco la traduzione di Amicone.

 

 

Solo una noticina, lega la corda del fucile alle gambe dell’uomo, cioè del soldato ferito, e lo trascina, carponi, per un totale di 80 metri, 60 fino alla postazione e altri 20 per “essere sicuro”. Forza e coraggio incredibili.

Sotto vedete in rosso l’elenco delle decorazioni e onorificenze conferitegli.



 

Amicone ha corretto alcune cifre; nel documento ufficiale si sono perfino persi qualche decorazione per strada, esempio ha ricevuto due Bronze Star, non una, e così due Purple Hearth.

La 25a Divisione di fanteria, di cui il 27° Reggimento, i leggendari “Wolfhounds” (“Levrieri”), erano la punta di diamante, operò su una vasta area, vedi sotto.

 

 

Ho evidenziato in rosso nomi di luoghi che poi ritroveremo…

Il Campo base era a Cu Chi, a una cinquantina di miglia a NO di Saigon. Sotto, in rosso, ho evidenziato dove stava il 1° Battaglione.


  

Sotto una cartina che evidenzia i combattimenti svoltisi tra il 31/1/1968 e il 14/2/1968 nella zona di Hoc Mon, un paesino 26 miglia nord-ovest di Saigon, e  che hanno visto impegnate due Brigate (Task Force), la 2a e la 3a, ciascuna composta da diversi Battaglioni. In rosso evidenzio il 1° Battaglione, 27° reggimento, di cui faceva parte JB. A Hoc Mon si è scatenato l’inferno, come vedremo più avanti.

 


MAP OF FIGHTING FOR TASK FORCES OF THE 2ND AND 3RD BDES, 25TH INF DIV, FROM JANUARY 31 TO FEBRUARY 14.  THE CHART SHOWS GENERAL DIRECTIONS OF ATTACK AND GENERAL LOCATIONS OF ACTIONS ONLY.  (MAP BY LT BRUCE BURTON)

JB era arrivato in Vietnam il 6 febbraio, ma ricevette quasi subito il battesimo di fuoco a Hoc Mon, come mostra questo ritaglio (evidenziazione in rosso mia).

 


Le sue memorabili esperienze includono la battaglia di Hoc Moon Woods.”. Il giornalista aggiunge “Dopo l'attacco di un'onda umana, il secondo assalto si trasformò in maiali selvatici. Fu il primo buon pasto da settimane. Il 25th aveva buoni cuochi hawaiani, molto bravi a fare il berbecue”. La sede della 25° divisione era infatti alle Hawaii, e quella volta li hanno “cucinati per benino”. Poi il solito lunghissimo elenco di decorazioni.

 

Ho trovato vari libri di soldati che sono stati in Vietnam in periodi più o meno sovrapponibili a quelli in cui c’era JB.

Gary L. Huber, un sottotenente che fu in Vietnam dal 26/9/1967 al 26/9/1968, venne assegnato alla compagnia A, 1° battaglione, 27° Reggimento di Fanteria (Wolfhounds), 25° Divisione di Fanteria. In pratica la compagnia gemella di JB, che era la B… !

Huber ha un sito, qui dove ci sono tutti i componenti che ha rintracciato, del 1° e 2° Battaglione, 27° Reggimento. Se cliccate su “1st Battalion” e poi su “Co. A, 1/27” trovate il suo nome, se invece cliccate su “1st Battalion” e poi su “Co. B, 1/27”… trovate un certo Bevilacqua, Joseph

Stesso Battaglione, diverse Compagnie, forse si sono visti più di una volta, al campo base di Cu Chi… Huber partecipò a varie operazioni nel 1967, a Bo Loi e Ho Bo Woods. Eccolo in tenuta “operativa”.

 

 

Riporto un passo dal suo libro, “Wolfhounds Vietnam Alumni”, giusto per far vedere le condizioni in cui operavano.

 

La giungla era molto fitta e per potermi muovere ho dovuto incaricare uno dei ragazzi del mio plotone di tirar fuori un machete e iniziare a falciare la giungla. Faceva molto caldo, e dovevo mettere un ragazzo diverso al machete circa ogni 10 minuti. Facevamo circa 100 metri in un’ora.

 

Cento metri all’ora… un muro verde di piante, intricatissimo, caldo soffocante, zanzare, e magari un VC (Viet Cong) che ti sta spiando…

 

La “mancata” battaglia Hoc Mon.

 

Ci spostammo da Duc Hoa a un vicino villaggio chiamato Hoc Mon e iniziammo ad operare da quella posizione. Hoc Mon è situato appena fuori dall'autostrada 1A, circa venticinque miglia a nord-ovest di Saigon, Vietnam del Sud. Il 31 gennaio 1968, Festa Lunare vietnamita (TET), i comunisti lanciarono l'offensiva del Tet 1968. Speravano di sconfiggere gli americani e di spingere il popolo a ribellarsi.

Il nostro intero battaglione fu trasportato dagli elicotteri nella zona di Hoc Mon, dove allestimmo un nuovo campo base avanzato del battaglione. Effettuammo alcune missioni di ricerca e distruzione (Search and Destroy) nei giorni successivi.

Il 6 febbraio  (il giorno in cui JB arriva in Vietnam) la nostra compagnia fu trasportata in elicottero a Hoc Mon. Al briefing del Capitano la sera del 5 febbraio, noi (i capi plotone) fummo informati che la compagnia avrebbe fatto un attacco vicino a Hoc Mon. La compagnia avrebbe ripulito l’area, e fatto una search and destroy. Quando avessimo terminato l’operazione di ripulitura, il mio plotone sarebbe rimasto indietro per tendere un’imboscata. Gli eventi della giornata cambiarono i nostri programmi e l’imboscata non ebbe luogo.

 

Salirono sugli elicotteri alle 7.30 di mattino. Nella LZ (Landing Zone) faceva freddo, tutto era calmo. L’operazione iniziò alle 10 di mattina. Dopo aver lasciato la LZ si disposero in formazione in linea. Il plotone era sul fianco sinistro della compagnia. Dopo aver superato alcune case, si imbatterono in un tempio buddista a Hoc Mon.

 

 

Nella scritta sopra il cancello si legge “Hoc mon, provincia Gia Dinh”.

In seguito, nei pressi di un cimitero, caddero in un imboscata infernale e Huber venne gravemente ferito al collo e ad una spalla. Seguì il ricovero, un’operazione, e un periodo di riabilitazione. Il tenete tornò a dirigere un campo di addestramento, ma la sua avventura operativa in Vietnam era finita.

 

Qualcun altro, però, visse la stessa battaglia in modo diverso… dal libro di Alfred S. Bradford “Some Even Volunteered: The First Wolfhounds Pacify Vietnam” del 1994. Bradford, che rimase in Vietnam dal settembre ’67 all’agosto ’68, era S-1 cioè faceva parte dell’amministrazione del personale, quindi le azioni di guerra vengono da lui riportate.

 

Mentre ero a Ft. Benning, il 1/27° Fanteria (Primi Wolfhound) operava vicino a Saigon dalla base della 25a divisione di fanteria a Cu Chi.

Il 1/27° Fanteria con il suo battaglione gemello, il 2/27° (Secondo Wolfhound), e il Quinto Mech (noti insieme come "Fire Brigade", "Brigata di fuoco") avevano stabilito la base.

I Wolfhound non furono pesantemente impegnati nell’offensiva del Tet del ’68 (sebbene avessero accumulato un numero di quattrocento morti in una battaglia), ma in maggio e giugno hanno messo i piedi sul fuoco. I sopravvissuti mi hanno raccontato molto di quei giorni, quando arrivai a fine settembre.

“La NVA (North Vietnamese Army) assegnò un reggimento con il compito di seguirci ovunque andassimo. . . e distruggerci. Ci sono quasi riusciti”, mi ha detto un tenente.

Ai Wolfhound fu assegnato il tranquillo paesino di Hoc Mon (circa ventisei miglia a nord-ovest di Saigon). Costruirono una base di supporto per l’artiglieria e si rilassarono, finché, una notte, un reggimento NVA mosse verso di loro.

"Era come un film di John Wayne", mi disse il tenente Brown (era S-5 quando lo conobbi, ma poi diventò capo plotone).

Ci è voluta una settimana per attraversare l’autostrada. Chiamammo le navi e l’artiglieria. I jet lanciarono il napalm così vicino che persi le sopracciglia. Le nostre mitragliatrici preparavano il fuoco di supporto. I traccianti verdi venivano verso di noi. Ci alzavamo e avanzavamo e sentii me stesso urlare: "Andiamo ! Andiamo ! Seguitemi!” Ma si buttavano giù e non sapevi se erano morti, feriti o solo stanchi. Quasi tutti gli ufficiali l'hanno capito. I plotoni erano guidati da quattro soggetti veloci. Ci abbiamo messo una settimana per attraversare l'autostrada."

Alla fine un battaglione nemico rimase intrappolato all'interno del perimetro che costruirono attorno alla città. Il perimetro era così stretto che i nostri uomini non potevano sparare con i fucili per paura di colpirsi a vicenda. Gli APC (veicoli trasporto truppe) arrivarono e distrussero i NVA. I Wolfhounds ammassarono oltre duecento corpi e li abbandonarono a marcire tra le rovine del borgo.

 

La stessa “maledetta” autostrada di cui parlava Huber. Lo scontro fu durissimo.

 

 

DOPO LA BATTAGLIA - Un fante americano esamina i resti di una capanna che un'ora prima era stata utilizzata da un cecchino vietcong.  L'azione ha avuto luogo nel villaggio di Hoc Mon dove il 1° Bn, 27° Inf ha combattuto i VC (Viet Cong) che avevano occupato il villaggio.  (Foto di SP4 B. Roessler).

Un altra testimonianza viene dal libro "Red Thunder Tropic Lighting" di Eric M. Bergerud, un professore di storia militare e americana.

Jerry Liucci era con i Wolfhound durante gli aspri combattimenti intorno a Hoc Mon. Come sottolinea, il nemico, per una volta, non stava combattendo nel suo cortile. La maggior parte dei soldati della forza principale nemica non conoscevano il terreno, e le pattuglie americane per le imboscate, normalmente inutili, ottennero diversi importanti successi. I grandi scontri erano quasi sempre vittorie americane. Liucci racconta il risultato di un fallito attacco notturno al perimetro della sua unità: 

“Una notte sentivamo un forte odore di erba nel bosco; probabilmente una parte era nostra. Abbiamo sentito molto rumore, urla e strepitii, e abbiamo persino sentito "Take Five" di Dave Brubeck mentre stava arrivando il crepuscolo. Avevamo la sensazione che sarebbe stato pesante. Il medico mi guardò e disse: "Ho questa brutta sensazione: penso che stasera verremo colpiti". Abbiamo scavato molto meglio del solito. Avevamo un triplo filo a fisarmonica, claymore e tripwire, e abbiamo anche tagliato alcuni campi di fuoco.

Il nostro plotone subì un'imboscata notturna a circa 2 clic di distanza. Verso le 02:00 abbiamo sentito molti spari dal perimetro. C'erano strilli alla radio tra le nostre compagnie. Ci fu una penetrazione sulla linea del bunker e il nemico fu respinto. Diventò davvero pesante. Era molto buio e da lontano potevamo vedere i traccianti e sentire le esplosioni. Ci fu ordinato di andare. Entrammo poco prima dell'alba e il combattimento era ancora in corso. C'erano più di 100 corpi. Più tardi, quel giorno, trovammo altre tombe in superficie. Per darvi un'idea di quanto fossero tenaci le persone che stavamo combattendo: ho trovato un medico VC, morto. che si era legato a un ciuffo di bambù, con una siringa di morfina infilata nel braccio. Aveva una grossa ferita alla gamba e una grossa ferita al braccio ed era morto dissanguato. Aveva un RPG pronto, con la sicura disattivata. Lo abbiamo fatto saltare in aria perché era lui stesso una trappola esplosiva. Un altro ragazzo stringeva in mano una delle nostre claymore quando gli abbiamo sparato: stava per provare a farsi esplodere sul nostro perimetro. Questo mi ha impressionato. Quando una persona è disposta a farlo, deve avere una volontà fortissima. Mentre stavamo perlustrando il perimetro, un VC è saltato in piedi e ha ucciso uno dei nostri. L'abbiamo ucciso, ma questo ha avuto davvero la meglio su di noi. Sorprendente.


Sotto: Il soldato Jerry Liucci con la sua M60 durante gli aspri combattimenti nei sobborghi di Saigon, a Hoc Mon, nell’offensiva del Tet nel 1968.

 

Ancora... dal libro di Melvin C. Walthall, "Lightning Forward. A History Of The 25th Infantry Division". Nell'appendice ci sono contributi vari, tra cui la testimonianza del M.Sgt. J. J McMaines, Jr, della 2a brigata. 


Con le tre unità originali, il 1° e il 2° Battaglione 27th Wolfhounds e il 1° Battaglione (Meccanizzato), 5th Fanteria, la brigata ha effettuato una delle mosse più veloci e fluide nella storia della divisione. La mossa intendeva interdire e fermare il movimento di note forze nemiche infiltrate a sud attraverso la piantagione di gomma Michelin e l’area boschiva a nord-ovest di Cu Chi vicino a Dau Tieng.

Dal 22 agosto al 29 agosto il posto di comando è rimasto disposto nel quartier generale di Dau Tieng per muoversi con rapida reazione a qualsiasi riconosciuta forza nemica. Il più significativo scontro del periodo avvenne quando un battaglione NVA assalì la sede notturna del 1/5 Mech e del 2/27. I Guerrieri difesero con successo il loro perimetro, uccidendo almeno novantanove nemici nel processo, ma perdendone solo otto.


Impressionanti conferme incrociate della battaglia di Hoc Mon !

Bradford, più sopra, riporta le parole del tenente Brown che partecipò alla battaglia, in cui un reggimento di NVA assalì le posizioni del 1° e 2 ° battaglione dei Wolfhounds. “Era come un film di John Wayne”… e conclude “I Wolfhounds ammassarono oltre duecento corpi e li abbandonarono a marcire tra le rovine del borgo”.

Jerry Liucci parla col medico che gli dice “Ho questa brutta sensazione: penso che stasera verremo colpiti”. L’imboscata scattò alle 2.00, e conclude “c’erano più di 100 corpi”. McMaines riporta che: ”Il più significativo scontro del periodo avvenne quando un battaglione NVA assalì la sede notturna del 1/5 Mech e del 2/27. I Guerrieri difesero con successo il loro perimetro, uccidendo almeno novantanove nemici nel processo, ma perdendone solo otto.”

Il telefono senza fili può ampliare i risultati, Brown parla di oltre duecento corpi, Liucci di più di 100 corpi, McMaines novantanove nemici, ma il risultato è sempre lo stesso : uno scontro infernale !


Sempre per quanto riguarda i controlli incrociati, dal sito della 25th dove vengono ampiamente commentate le principali operazione della 25th si legge :

Anche il 1° Bn, 27° Inf si trasferì nel distretto della capitale dalla loro posizione avanzata a Duc Hoa.  L'unità ha allestito un campo base alla periferia di Hoc Mon, un grande sobborgo di Saigon che era stato invaso la notte prima.  Doveva essere teatro di sanguinosi combattimenti nelle due settimane successive.

Ricordate la testimonianza di Huber, e il cimitero dove venne ferito ? Inizia proprio dicendo che si spostarono da Duc Hoa a Hoc Mon, dove allestirono un campo base.

Sostenuti da elementi del 1° Bn, 8° Art, i Wolfhound entrarono a Hoc Mon il giorno successivo, ma incontrarono solo una leggera resistenza mentre spingevano i Viet Cong dalla città. Sebbene i combattimenti variassero di intensità, i contatti avvenivano quasi quotidianamente mentre i due battaglioni Wolfhound e il Cav attraversavano l'area densamente popolata a nord-ovest della capitale. La stessa notte, una pattuglia di 20 uomini del 2° Wolfhound tese una frettolosa imboscata quando avvistarono una compagnia di vietcong che si muoveva verso di loro attraverso un cimitero. I Levrieri (Wolfhounds) aprirono il fuoco con armi leggere, automatiche e granate, uccidendo 35 nemici nell'azione di tre minuti.  Non ci furono vittime americane.

Ecco l'imboscata al cimitero ! Nessuna vittima americana ma Huber rimase gravemente ferito, e la sua avventura "operativa" finì.

Alcuni dei combattimenti più pesanti del periodo di due settimane scoppiarono il 9 febbraio, quando elementi sia del 27° battaglione Inf. che del 4° Cav combatterono i Viet Cong trincerati intorno a Hoc Mon.

All'estremità settentrionale del villaggio, due compagnie del 1° Bn, 27° Inf, una compagnia del 2° Bn, 27° Inf e Delta Troop, 3° Sqdn, 4° Cav combatterono una battaglia di sei ore che durò fino al calar della notte.

Le unità combinate uccisero 176 vietcong, catturarono tre mitragliatrici calibro .50, 20 armi automatiche, 15 lanciarazzi RPG-2 e 50 colpi RPG-2.

Attacchi aerei, artiglieria ed elicotteri armati bombardarono le posizioni nemiche a sostegno delle truppe di terra.


Ho sottolineato, sopra, una battaglia di 6 ore (!) che coinvolse due compagnie del 1° Bn 27° Inf. JB era nella compagnia B, quindi quasi certamente partecipò a quella battaglia !


Il giorno successivo Hoc Mon divenne nuovamente teatro di pesanti combattimenti, quando truppe del 4° Cav ed elementi del 1° Bn "Wolfhounds" misero alle strette un'unità nemica all'estremità occidentale del villaggio. Supportata da cannoniere, artiglieria e attacchi aerei tattici, la forza combinata uccise almeno 105 nemici e catturò sei armi automatiche, oltre a quattro lanciarazzi RPG.


Ricordate le drammatiche parole del tenente Brown , riportate da Bradford ? "John Wayne" etc. Conclude dicendo che i VC furono chiusi in uno stretto perimetro, arrivarono gli APC e alla fine si contarono più di 200 corpi dei nemici ammassati a marcire tra le rovine del villaggio. Sopra la puntuale conferma, gli APC erano gli M113 del 3° Squadrone, 4° Cav... arrivano i nostri...


Nel sito della 25a, ci sono anche i soggetti decorati con la Silver Star (pochissimi) e la Bronze Star. Ho controllato, non vengono riportate operazioni il 9 marzo 1968, data dell’azione che gli valse la Silver Star, probabilmente si trattò di un’imboscata dei VC, come se ne contavano a centinaia.

 

Poi ci fu la battaglia di Dau Tieng, anzi le battaglie, perché vari luoghi furono teatro di numerose operazioni. In qualcuna di queste intervenne JB, come si evince dalla didascalia della foto nell’articolo del The Morning Call del 24/4/1969:



RASSEGNA - Il sergente capo Joseph Bevilacqua di Paterson passa in rassegna le operazioni dei “Wolfhounds” del 1° Battaglione, 27° Fanteria a Dau Tieng, vicino a Saigon. I “Wolfhounds” sono truppe di combattimento che fanno parte del 25° Fanteria “Tropic Lightning”. 


In ultimo, una testimonianza di 
Richard D. Herzog, che servì in Vietnam dal 11/1/1969 al 21/3/1970. Operatore radio, Sergente E-5. La sovrapposizione con il periodo in cui JB fu in Vietnam è solo di un mese, il primo, ma fece parte della stessa compagnia e battaglione ! Ha fatto un video YT in cui ha messo foto del Vietnam, sotto lo vedete al campo base di Cu Chi.

 

 

Dal suo libro : “Vietnam Back In The Real World: 25 Infantry Division 1/27 WolfHounds”, un triste episodio di guerra, in cui perse un caro amico, avvenuto il 12/4/1969.

 

Nel mio primo giorno con la mia nuova compagnia, CO B, 1st BN, 27th Inf (esattamente la stessa compagnia e battaglione di JB !) sono arrivato con tutti gli altri nuovi sostituti. Eravamo stati trasportati al campo base, lasciati e portati nelle nostre nuove destinazioni. I miei nuovi membri della squadra erano in un bunker scavato abbastanza in profondità nel terreno da poterci stare in piedi. Aveva un tetto di metallo coperto di sacchi di sabbia.  La maggior parte della squadra era seduta nel bunker, al riparo dal sole e dal caldo.  È stato allora che ho incontrato Smitty. È stato il primo ad alzarsi e darmi il benvenuto nella squadra. Smitty aveva capelli rossi e folti e grandi baffi rossi e trasandati. Scoprii presto che anche Smitty era la persona che tutti ammiravano. Smitty portava la mitragliatrice M-60. La adorava. Per gli oltre due mesi trascorsi con Smitty, ho imparato a fidarmi di lui. Sapevo che era sempre lì per aiutarmi e coprirmi le spalle. Smitty è stato uno dei motivi principali per cui sono tornato dal Vietnam.

 

Ricordo che gli elicotteri ci lasciarono. Poi siamo partiti per la nostra marcia sfortunata. Il sole stava tramontando. Gli uomini di punta erano vigili, ma i vietcong erano ben nascosti. Siamo caduti in una trappola mortale ben organizzata. I plotoni 2 e 3 erano in testa. Il mio plotone, il 1°, era a circa 250 iarde dietro i plotoni 2 e 3. I plotoni 2 e 3 furono colpiti duramente.  Ogni volta che un uomo si alzava per tirarsi indietro, veniva colpito. Entrambi i leader del plotone furono colpiti. Uno è stato ucciso e l'altro ha ricevuto una brutta ferita alla gamba.  Il 1° plotone ricevette gli ordini. Mandate dieci uomini a tirarli fuori. Ormai era buio. Noi dieci abbiamo percorso velocemente i 250 metri. Siamo entrati creando un forte volume di fuoco per tenere a bada i vietcong. Abbiamo cominciato a tirare fuori i feriti, ma i vietcong hanno intensificato il bombardamento delle nostre posizioni. Eravamo tutti a terra. Volavano proiettili e cadevano colpi di mortaio. Siamo rimasti presi in un fuoco incrociato.  Tutti iniziarono a sparare in tutte le direzioni. Eravamo intrappolati. Non potevi alzarti. Ho preso il fucile, ma non sapevo dove sparare. Potevo sentire gli spari dell'M-60 di Smitty e di molti M-16. Era il caos più totale.  Ero l'operatore radiofonico. Qualcuno gridò: "Chiamate l'artiglieria". Armeggiai con la radio. Non conoscevo le coordinate esatte, quindi ho chiamato un round di riferimento. Era lontano. Ho dovuto chiamarne molti altri.  Una volta individuata la posizione giusta, ho iniziato a sentire le bombe cadere tutt'intorno a noi. I vietcong iniziarono a ritirarsi. 

È stata una lunga notte.  La voce arrivò. Smitty è morto.  Al sorgere del sole il 13 aprile, la compagnia aveva perso tre uomini e molti altri feriti. La nostra squadra si è riunita. Eravamo tutti seduti per terra. Fu allora che Paul, uno dei membri della nostra squadra, iniziò a piangere. Ben presto, a tutti noi caddero le lacrime dagli occhi.

 

Una trappola mortale, come quella in cui cadde Huber a Hoc Mon, e lo stesso successe al plotone di JB, quando lui andò a salvare il commilitone ferito.

JB è stato uno dei sottufficiali più decorati dell’esercito americano (!), come Canessa dice in questo video, al min 45 , leggendo una nota arrivata dall’ambasciata americana, riguardo alle “insinuazioni” fatte dall’avvocato Bevacqua. Secondo l’avvocato, JB, dopo la guerra, era stato mandato a dirigere il cimitero americano dei Falciani, come punizione per un oscuro episodio di “fuoco amico”, e questo tipo di punizioni erano la prassi nell’esercito americano. Nel documento, invece, vengono evidenziati i sui gloriosi trascorsi militari e si dice che essere scelto come direttore in un cimitero americano era un onore riservato a chi si era distinto in guerra. Di sicuro ha compiuto azioni di straordinario coraggio, in Vietnam, un vero Rambo… e non sappiamo se l’impiego al cimitero sia stata una sua scelta, o meno.

Non è per gettare ombre, su questo luminoso “quadretto” in Vietnam, ma rimane un fatto, statisticamente accertato, che i necrofili spesso cercano impieghi nei cimiteri, o come operatori negli obitori, o come assistenti nelle sale di autopsia, o nelle pompe funebri. Potrebbe quindi essere stata una sua scelta, dettata dalle sue inclinazioni… o magari perchè gli ricordava le piantagioni degli alberi della gomma, ordinatamente disposti come lapidi in un cimitero (vedi post).

Stando alle parole di Amicone, Pacciani una volta chiese a JB se poteva lavorare anche lui nel cimitero (!)… e secondo Anil Aggrawal, uno dei massimi esperti mondiali sulla Necrofilia, Pacciani “probabilmente” era un necrofilo, di classe III, secondo la sua classificazione, mentre il MdF apparteneva alla classe IXa dei necrofili (vedi post).

Coincidenze, rimandi incrociati, ma la domanda di fondo rimane sempre la stessa: Rambo, o Rambo Maligno ?

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