Implacabile, visione ai raggi ultravioletti e agli infrarossi, le prede
non avevano scampo, tranne…
Questo è uno schizzo fatto da Cigolini stesso. A sinistra c’è
il Ponte degli Scopeti, a destra la Villa degli Hare Krishna, per capirsi.
Luciano ha fatto un lungo giro ! Non è andato dalla Villa al punto dove ha
parcheggiato l’auto, ha preso dalla Villa in giù, per San Casciano, poi tutta
la Cassia fino ad arrivare al Ponte degli Scopeti, e tornare verso la Villa. Un
lunghissimo ovale.
Ha parcheggiato la 126 in un piccolo slargo, le ruote a sinistra
erano ancora sull’asfalto. Ad un certo punto è a arrivata, dalla parte opposta,
la Vespa blu.. e il conducente si è fermato… la vedete sulla destra, nello
schizzo. Proveniva da San Casciano. Curiosamente… è necessariamente passato
davanti alla Piazzola degli Scopeti e poi davanti all’altra piazzola, 500 metri
più avanti, dove JB disse che era avvenuto il primo avvistamento dei francesi.
Un “giretto abituale”, in perlustrazione, nelle solite
piazzole ?
Tra la macchina e la Vespa, Luciano dice (vedete la testimonianza completa) che ci saranno stati
un 50 metri e più. Che abbia notato la targa BS della macchina di Luciano ? Se
così fosse, sarebbe un dettaglio importante. “Stranieri”, come i francesi… e
chi li trova più ?
Avete presente le ricerche per la povera Gambirasio ? Il
corpo, in un campo (!), non in uno scosceso dirupo; l’hanno trovato, per caso (l’aeromodellista
che faceva volare l’aeroplano telecomandato, che gli è caduto a pochi metri
dalla ragazza) TRE MESI dopo… e se non era per quall’aeroplanino, magari ne
sarebbero passati SEI, di mesi ! Ve la vedete la Polizia e i Carabinieri di
Brescia che arrivano a trovare in un bosco, vicino alla piazzola degli Scopeti,
due ragazzi di Brescia ?
Forse, il MdF aveva già compilato la lettera, e aspettava solo
l’occasione per chiudere in bellezza, forse no… fatto sta che “quei due di
Brescia” erano un’occasione d’oro, da non perdere. Questo può averlo spinto a colpire di
giorno ! Alla faccia dei criminologi che “dall’analisi del modus
operandi… e bla bla bla” ritengono quasi obbligatorio che il MdF colpisse sempre
di notte.
Zodiac ha colpito coppiette di notte, ma anche di giorno, al Lago
Berryessa. Poi dite che ho un “bias”… sapete cosa mi ha detto Luciano ? Quando
ha visto la scena dell’omicidio al Lago Berryessa, nel film Zodiac (2007), “si è rivisto in quei due ragazzi”. Gli è venuto un brivido... avevano perfino,
come lui e Milena, il plaid ! Massacrati (lui, per fortuna si è salvato) il 27
settembre 1969, ed era di pomeriggio…
Mettiamo che il soggetto, che ha intenzione di uccidere, non
abbia una specifica preparazione militare. Cosa fa ? Cammina verso la macchina,
guardingo, vede che non c’è nessuno dentro, e inizia a perlustrare il bosco, risalendolo
dal basso. Giusto ? Sbagliato !
Questo qui… che ti fa ? Non si avvicina neanche di un metro,
in direzione della macchina, ma inizia a scalare subito la collina ! Sa, perché
conosce la zona a menadito, che sulla sommità della collina il terreno è
pianeggiante, e pensa che i due siano arrivati fin su, “per stare più comodi”.
Infatti, Luciano stesso mi ha detto che il punto dove si erano messi (vedi
schizzo), era l’unico un po’ pianeggiante, il resto della collina aveva una
pendenza pronunciata, impossibile stendere un plaid, per riposare.
Addirittura mi ha detto che stavano per andar via (!), quando
hanno visto quel punto, dietro al cespuglio, e vicino a due alberi, che era
pianeggiante, e hanno deciso di fermarsi lì !
Il mostro… sale tutta la collina… inizia a sudare, arriva alla
sommità, cerca, ma non c’è nessuno. “Dove sono finiti quei maledetti ? Allora
sono nel bosco”… e inizia a scendere, ma non a passo d’uomo… corre, è furioso,
cerca dietro tutti i cespugli, come un gatto. Salta da uno all’altro come una
scimmia, uno spettacolo impressionante. Se ne frega altamente del rumore (Luciano
dice “faceva un casino della Madonna”…), ha la faccia contorta, gli occhi fuori
dalla orbite, ma Luciano dice anche che era lucido. Setacciava tutti i cespugli
sistematicamente, tipo dall’alto in basso e da sinistra a destra (o viceversa),
fila per fila.
Allora c’erano solo gli alberi e i
cespugli, nient’altro; si camminava benissimo in mezzo al bosco.
Il caso ha voluto… che non li abbia trovati, chissà quanti alberi e cespugli c’erano, ma la rabbia montava, e alla fine, quando arriva sulla strada, piomba addosso alla macchina. Ci gira intorno, sbatte violentemente i pugni sulla carrozzeria, sempre con la stessa espressione da pazzo scatenato.
“Dove cazzo sono andati ?” Gli viene in mente che potrebbero essere scesi a
destra della macchina, senza attraversare la strada. Si precipita di sotto, sparisce
alla vista. Passano un cinque minuti buoni, e poi ricompare, e questa volta ha
un coltello in mano, nella sinistra !
La lama luccica sinistramente, è lunga… un 13 cm, sembra
addirittura un coltello a due lame, tipo una baionetta.
I due poveri ragazzi, in tutto questo trambusto, sono rimasti come paralizzati.
Milena era sotto shock, sdraiata per terra, non parlava più. Per fortuna si è
accorta, all’inizio, del rumore di foglie calpestate, e ha svegliato Luciano,
che dormiva. Hanno assistito ad uno spettacolo quasi surreale, un diavolo che
li stava cercando, cespuglio per cespuglio. In uno sciocco impeto d’orgoglio,
Luciano si è sporto in su, oltre il cespuglio che li nascondeva, e ha lanciato
un grido. Per fortuna quello non li ha sentiti…
Quando il mostro ritorna su, col coltello in mano, si ferma
appena oltre la macchina. Inizia a scandagliare con lo sguardo, lentamente, la
collina. Avete presente Predator, quando alternativamente usa gli infrarossi e
gli ultravioletti, per cercare ? Aveva gli occhi iniettati di sangue, ma quella
calma glaciale, quello sguardo che si spostava lentamente, erano ancora peggio
dell’azione convulsa, precedente.
Luciano, tremando, pensava “Se ci vede, siamo finiti”.
Il tempo sembra non passare mai, e alla fine il mostro sta
fissando proprio il cespuglio dietro al quale erano nascosti! Uno-due secondi
che decidono della vita di due ragazzi… li guarda ma non li vede… sta per
acuire ancora lo sguardo, quando si sente il rombo di una macchina ! E’ la
salvezza. Una macchina, l’unica passata in quell’ora infernale, da Ponte degli
Scopeti, sta andando in direzione di San Casciano, e transita sulla stessa
corsia di quella dei ragazzi. Il mostro è costretto a rinfoderare rapidamente
il coltello, ed assume un’espressione indifferente.
Luciano è rimasto impressionato da quel rapido cambiamento d’espressione,
dice che quella volta ha visto due persone in una: una furia incontrollabile, e
subito dopo una glaciale indifferenza. Non si capacita come sia possibile, e pensa
ad una doppia personalità, ma si sbaglia.
C’è una sola personalità, dietro, lo psicopatico. Un “Lust
Murderer”, che è capace di simulare perfettamente, in ogni momento, qualsiasi
emozione. Lo psicopatico, che anche nella vita di tutti i giorni, indossa la
maschera. Non fa che indossarla anche quella volta, in un attimo.
Poi il mostro va verso la Vespa, camminando lentamente. Ormai
ci ha rinunciato, a cercarli, e la scarica di adrenalina, che l’ha inondato da
quando ha iniziato a scalare la collina, è passata, lascandogli una stanchezza
profonda. Arrivato alla Vespa, Luciano sente nettamente il rumore della sella
che sbatte, dopo essere stata aperta. Probabilmente vi ha riposto il coltello,
e , se l’aveva, anche la pistola. Gira la Vespa, e punta verso la Villa , verso
San Casciano, ma subito dopo si ferma.
I due ragazzi, silenziosamente sono scesi, e hanno
riguadagnato la macchina. Non sanno che fare, è fermo, e rimarrà così, immobile,
per cinque minuti, voltandogli le spalle. Gli sono sfuggiti, è spossato, e quasi
non riesce a respirare.
Poi riparte, da gas, ma poco dopo inizia di nuovo a
rallentare, e quasi si ferma. Milena è come impazzita, urla a Luciano di
accelerare, di sorpassarlo. Luciano si mantiene a trenta metri, poi a dieci, perché
quello rallenta. Alla fine si decide, e lo supera. Milena si è messa in
ginocchio sul sedile, gli occhi fuori dalle orbite, incazzatissima. Quando lo
superano, guardandolo in faccia, gli urla qualcosa, e poi si volta, le mani sul
poggiatesta, a guardarlo un’ultima volta. Lui la fissa, con uno sguardo
impassibile, quello della maschera.
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