Le “incomprensioni”, fra noi due,
risalgono a tempo fa, alle mie obiezioni sulla sua ricostruzione dell’omicidio
del 1985 a Scopeti. All’inizio i rapporti erano buoni, cordiali; ricordo che
gli scrivevo, e lui mi rispondeva.
Quando gli faci notare che il MdF, se avesse avuto a
disposizione almeno altri tre colpi (ipotesi discutibile dei due caricatori e
ben 14 colpi sparati !), li avrebbe usati contro JMK, invece di rinfoderare la
pistola e usare il coltello (!), rispose che li teneva per sicurezza, nel caso
gli fossero serviti… immaginatevi uno scontro a fuoco coi Carabinieri… col
rischio che il ragazzo, che già era sfuggito ai primi colpi, nella notte senza
luna, potesse dileguarsi definitivamente.
“Ragazzo… a noi due… voglio essere magnanimo, uso il
coltello, e non la pistola”…
Adesso secondo lui un colpo ha fatto cilecca, da ciò, non fidandosi più
della pistola, il mostro avrebbe usato il coltello. La scoperta è tutta
da verificare, ma mi fido delle sue conoscenze in balistica, che è il campo
in cui è veramente un esperto.
Secondo lui, quell’unica volta, in 8 omicidi (o
7) era l’alba… per il semplice motivo che JMK riesce ad imboccare
uno stretto pertugio nella siepe, ficcandosi però in una strada senza uscita.
Un altro motivo era come avesse fatto il mostro a sparare di notte, senza luna,
e centrare il gomito del ragazzo che scappava.
Gli feci notare… che la stessa identica domanda se l’erano
fatta gli inquirenti americani per Zodiac ! Per chi non lo sapesse, ma il
titolo del blog è eloquente, seguo l’ipotesi di Amicone, cioè che un noto
soggetto fosse stato Zodiac e il MdF.
Fornii la spiegazione, che Manieri non conosceva… e che lo
stesso Zodiac diede in una lettera !
L’astuto SK italo-americano… usava
una pila che aveva legato coassialmente alla canna ! Aveva perfino fatto degli
esperimenti… bastava che sparasse nel piccolo cerchio scuro, creato dalla bocca
della canna, all’interno di un alone di luce più ampio, ed il gioco era fatto.
Non occorreva mirare; come dice lui, “li innaffiava di colpi come con un tubo
dell’acqua”.
Manieri dev’essere stato profondamente colpito dal sotterfugio inventato da
Zodiac, tanto è vero che adesso contempla che il MdF “avrebbe” potuto usare una
pila, e obietta che JMK, vedendosi illuminato, avrebbe scartato, per sottrarsi
al cono di luce, ma è proprio quello che è successo ! JMK fa un brusco scarto
lateralmente, di 90°, dopo il colpo ricevuto al gomito, proprio per
il fatto di vedersi inquadrato nel cono di luce: è una conferma indiretta !
E come avrebbe fatto, JMK, a
insinuarsi nell’unico pertugio utile, in mezzo alla siepe ? Easy… tu sei a 7-8
metri da me, che ti illumino, e scarti di 90° a destra. A me basta spostare la
pistola di una decina di centimetri, per inquadrarti nuovamente… ed è proprio il cono
di luce che ti fa vedere il varco nella siepe ! Senza contare che JMK aveva
fatto manovra, in quella piazzola, per riposizionare l’auto, e avrebbe potuto
ricordarsi di quel varco, o magari perché l’ha attraversato per gettare la
spazzatura; la piazzola di Scopeti era una mezza discarica.
Veniamo all’obiezione finale, che
gli ho fatto, e che non ha mai ricevuto risposta, nonostante i miei numerosi
solleciti, in proposito. Secondo Manieri, i due ragazzi stavano dormendo,
quando inizia la raffica di colpi.
Per chi guarda l’ingresso della tenda, i due ragazzi dormivano con la testa a
destra, dove c’erano i cuscini. De Fazio nota che sotto il materasso c’erano
gli slip di JMK appena dopo l’ingresso, e De Fazio stesso scrive che
probabilmente JMK dormiva all’imbocco della tenda, e Nadine verso il fondo,
com’è anche logico… il ragazzo a fare da “scudo”, da protezione, alla ragazza.
Gli feci una domanda “Manieri, lei come spiega che Nadine ha ricevuto i primi
tre colpi sulla parte destra del viso ? “.
Se così fosse,
bisognerebbe fare due ipotesi entrambe impossibili:
1) Nadine dormiva prona, all’imbocco
della tenda, e ha preso colpi a destra, sulla faccia, ma abbiamo visto che
Nadine dormiva dietro.
2) Nadine dormiva, sempre prona,
dietro a JMK, ma in questo caso è impossibile che i colpi le siano arrivati
senza minimamente sfiorare JMK, che stava davanti a lei, e le faceva da scudo.
Manieri mi rispose: “Ci sto
pensando”… e non mi ha mai più risposto, quando gli ho riproposto
la domanda, numerose volte.
Molto più probabilmente, invece, era
notte, come in tutti gli altri delitti... i due ragazzi stavano amoreggiando,
come negli altri casi... e Nadine era "seduta" sopra JMK. Ecco che i
colpi, sparati attraverso la zanzariera, la raggiungono sulla parte destra del
viso.
Fatto questo lunghissimo preambolo, vediamo come Manieri affronta la vicenda di Garlasco, e le sue nuove “scoperte”.
1) La cornetta del telefono non era in sede.
2) C’erano impronte di più persone
sulla SDC.
3) Chiara è finita contro un
portavaso che era solidale al primo gradino, e le lesioni al viso sono dovute
ai colpi in sede occipitale.
4) Chiara aveva un asciugamano a mo’
di turbante attorno ai capelli.
5) Le macchie nella zona telefono
sono da arterial spurt, così come la striscia di macchie sulla porta che va in
cantina.
6) Chiara è stata aggredita un’unica
volta, nei pressi del primo gradino che va al piano superiore, e non in tre
fasi, come ipotizzato dai RIS.
7) Le “macchie lambda” sotto al
divano sono dovute al fatto che gli assassini (pensa a due o più persone) hanno
lavato, proprio lì (!), il portavaso.
Andiamo per ordine.
1) La goccia, l’effetto ghigliottina, ecco, magari se la goccia fosse stata più centrale, o se ce ne fossero state due, nessun dubbio, così bisognerebbe stare a traguardare, magari con cannocchiale e mirino… ma voglio dare credito, a Manieri: probabilmente la cornetta non era in sede.
Implicazioni ? Chiara ha afferrato
il filo del telefono ? Questo però giustificherebbe una seconda aggressione
proprio nei pressi del telefono, mentre per Manieri ce n’è stata una sola
all’inizio, vicino al gradino.
Qualcuno ha rimesso la cornetta al
suo posto, non è molto chiaro il perché… forse per non far rispondere
“occupato” se qualcuno avesse telefonato a Chiara ? Ma da degli assassini che
si prendono la briga di lavare il portavaso sotto al divano (!), rimettere la
cornetta in sede è il minimo…
2) Secondo Manieri c’è un’impronta a
“riquadri rettangolari” nei pressi della porta che dà in cantina e forse anche
un’altra impronta. Si è andato a guardare le suole di 27 paia di scarpe, di
chi, personale sanitario, inquirenti etc. è intervenuto sulla scena del crimine
e, a detta sua, nessuna aveva quella suola, che invece assomiglia moltissimo
alle scarpe ripescate nel canale.
Faccio solo presente che mi pare
difficile che non sia stata notata, quella o quelle impronte… e chissà se
quella lista di scarpe è completa. Di impronte a pallini ce n’era una
moltitudine, e forse una o due con riquadri rettangolari… un assassino
se ne fregava alla grande, l’altro è stato molto più guardingo.
Comunque, Manieri ha mandato il
video alla Procura. Se è come dice, e c’è più di un’impronta sulla SDC, non
attribuibile a chi è intervenuto dopo, Napoleone dovrebbe battere un colpo…
perché le implicazioni sarebbero straordinarie… stiamo a vedere.
3) E’ l’ipotesi che più mi piace,
anche se io penso ad una dinamica diversa.
Il punto forte è che le lesioni al
viso sono quasi disposte a “corona”, sono varie, differenti, e difficilmente
spiegabili, esempio con pugni e l’impiego di più di un’arma, o di un’arma usata
di piatto e di punta, esempio un martello.
Quel vaso d’ottone e quel portavaso,
in quella posizione in cui sono stati ritrovati, vanno spiegati. Una semplice
colluttazione, ok, ma forse c’è di più, ed è affascinante che l’arma del
delitto, che non è mai stata trovata, possa essere stata sempre sotto i nostri
occhi.
Per Manieri l’alterco inizia in
cucina, l’assassino sferra un calcio (livido sulla coscia anteriore sinistra di
Chiara), Chiara afferra e fa cadere il portavaso che finisce parallelo al primo
gradino, e lei ci va sopra, con la faccia. I successivi colpi in regione
occipitale, fatti impugnando il vaso d’ottone, provocano, come contraccolpo, le
ferite sul viso, che è a contatto coi “riccioli” di metallo del portavaso.
Una carambola, secondo me, poco
probabile. Il portavaso che va ad allinearsi giusto accanto al primo gradino,
Chiara afferra il portavaso e questo cade prima che lei ci
finisca sopra, col viso.
Quello che però mi fa dubitare
fortemente, è tutto il resto, la fase abduttiva, la visione d’insieme, se sia o
meno logica, plausibile.
Ricollegandomi al punto 7, le macchie lambda… il portavaso è rimasto vicino al
primo gradino, ok ? L’assassino, non si sa bene per quale motivo, con tutto il
sangue che c’era in casa, decide di lavarlo e per fare questo sposta il divano
! Ricordate che le macchie lambda sono sotto al divano. Va a
prendere il portavaso e lo porta proprio sotto al divano (perché ?), lo lava (perché
?), creando le macchie lambda, e a operazione finita, lo rimette in mezzo al
corridoio, in bella vista !
Se era così ordinato, l’assassino,
perché non rimetterlo in piedi, vicino al muro, nella sua posizione originale,
col suo bel vaso d’ottone sopra ?
Gradino → sotto
al divano → in mezzo al corridoio. Analoga sorte subisce il vaso d’ottone: dopo essere stato pulito,
dove lo mettiamo ? Capovolto, vicino al portavaso ! L’assassino aveva tempo da
perdere ?
Adesso la mia ricostruzione. Chiara scendeva dalle scale, Stasi dietro. Stanno
litigando furiosamente e Stasi le dà uno spintone. Chiara inciampa, e va a
finire contro il portavaso, procurandosi le lesioni al viso, a “corona”.
Se per Manieri le lesioni al viso sono provocate dai colpi in regione
occipitale, qui basta e avanza l’energia cinetica di un corpo che cade per le
scale. In entrambe le ipotesi è importante che ci sono tre capelli di Chiara e
un grumo di sangue sul portavaso ! Il portavaso non è uno
spettatore innocente…
Adesso sì che la carambola è più logica. Il portavaso va in mezzo al corridoio,
e da lì non si muove più. Pensateci bene: scala, posizione originale del
portavaso, posizione finale del portavaso, sono in linea retta, perfino le
ciabatte.
Chiara a fatica si rialza, e magari
riceve quel calcione sulla coscia sinistra che la fa cadere nei pressi del
primo gradino. Stasi (o chi per lui…) la colpisce violentemente in regione
occipitale, col vaso d’ottone caduto per terra.
Alternativamente, e secondo me ha
più senso, potrebbe anche essersi portato un’arma, magari un martello, da casa,
e aver usato quello, per colpirla. In questo secondo caso, non ha dovuto
ripulire il vaso d’ottone, l’ha semplicemente lasciato là dov’era caduto !
Questo spiegherebbe anche la seconda fase dell’assalto, vicino al telefono: ha
usato il martello che aveva.
Io sono sempre molto scettico sulle
ipotesi che implichino ulteriori azioni, ulteriori variabili in un’equazione
che già è molto complessa (Occam): lavare il portavaso, e lavare il vaso. A che
pro ? Con tutto il sangue che c’era in casa ? Al limite il vaso d’ottone,
perché c’erano le impronte dell’assassino, ma non certo il portavaso.
In regione occipitale NON ci sono GROSSI vasi arteriosi !!!
La carotide esterna si divide in vari rami (8 !) : tra cui l’arteria occipitale. Riporto da Wikipedia:
L'arteria occipitale è il terzo ed
ultimo ramo posteriore dall'arteria carotide esterna.
Decorso e rami
[,,,] Lungo il suo percorso cede
numerosi rami muscolari, un ramo mastoideo e uno auricolare.
Una lesione dell’aorta o della
carotide comune, come della brachiale, o della femorale, è una cosa, ma qui
abbiamo già numerose biforcazioni precedenti, con conseguente diminuzione
del calibro dei vasi.
L’arteria occipitale è uno degli otto vasi che derivano dalla carotide esterna,
che a sua volta è una branca della carotide comune, la quale parte dall’aorta
assieme ad altri due vasi.
Morale della favola ? Nessun arterial spurt di rilievo, perché non ci sono grossi vasi arteriosi. Forse queste due immagini chiariranno il concetto, in giallo la zona delle lesioni.
Manieri inoltre non considera l’azione di schermo dei capelli folti e lunghi di Chiara ! Dopo le numerose lesioni in sede occipitale, c’è stato un notevole stravaso ematico, ma lento, che ha progressivamente inzuppato i capelli. Nessuno spruzzo o zampillo. Chiara è stata verosimilmente colpita mentre era inginocchiata, o forse distesa, non in piedi. Poi è stata trascinata, sempre in posizione orizzontale. Non c’è da meravigliarsi, in sostanza, che i capelli stessi abbiano contribuito a schermare, come fossero un "asciugamano naturale", da qui la mancanza di sangue sulla parte dorsale della maglietta di Chiara.
Che la testa di Chiara non emettesse
spruzzi/zampilli, è dimostrato anche da una considerazione che i periti stessi
fanno. Si legge:
“È interessante a questo proposito notare una significativa discrepanza tra la
notevole quantità di sangue raccoltosi nella pozza “iniziale” e la sua estrema scarsità lungo il
tragitto di trascinamento. Ciò significa che le lesioni riportate nella
fase iniziale erano scarsamente sanguinanti, oppure che l’emorragia
si è temporaneamente arrestata. In entrambi i casi, si deve ritenere che la
formazione di quella pozza abbia richiesto un tempo considerevole.”
Dopo che la testa è rimasta vicino al gradino per un tempo considerevole,
creando la pozza di sangue, quando il corpo viene spostato, non c’è quasi
emissione di sangue, nessuno schizzo… se non le strie prodotte dalle mani
stesse, insanguinate, di Chiara.
Manieri si
meraviglia che sulla SDC c’era poco sangue, rispetto ad altri delitti… il fatto
è che il sangue colava lentamente, dalle ferite in sede
occipitale, come vediamo sugli scalini che portano in cantina.
Niente asciugamano quindi, che tra l’altro avrebbe contribuito, e non poco, ad attutire i colpi, per non parlare che nessuna fibra è stata trovata nelle lesioni craniche. Manieri poi… dovrebbe spiegarmi perché mai l’assassino sarebbe sceso per le scale, per recuperare il "prezioso" asciugamano, e quell’asciugamano, con tutti i colpi e trascinamenti vari, sarebbe rimasto imperterrito, al suo posto, attorno ai capelli di Chiara.
5) Credo di aver già risposto, sul
fantomatico arterial spurt.
Ma allora, le macchie nella zona del
telefono e sulla porta che dà alle scale ? Le prime forward spatter e le altre
castoff. Se avete avuto la pazienza di seguire i lunghissimi video di Manieri,
sapete già tutto sul castoff: le macchie lasciate dall’arma del delitto,
intrisa di sangue, nel brandeggio all’indietro, compiuto dal braccio. Manieri non ne parla... ma il forward spatter e il back spatter non sono altro che gli schizzi prodotti,
rispettivamente in avanti e all’indietro, dal corpo contundente che colpisce la
zona. Pensate ad una pozzanghera, su cui saltate a piè pari.
Questa immagine chiarisce bene le due modalità, forward/back spatter e castoff, con cui vengono prodotti schizzi di sangue, oltre all’inesistente, in questo caso, arterial spurt. Ho scritto, in blu, la zona dove stava il telefono, e la porta.
Le macchie nella zona del telefono: telefono, parete, stipite di legno, non sono da arterial spurt, come ipotizza Manieri, ma da forward spatter. Le macchie sulla porta che dà sulla cantina, sono da castoff, non da arterial spurt.
Forward spatter. Il colpo, da destra a sinistra,
provoca quella raggiera di schizzi che vanno su stipite di legno, parete e
telefono. In seguito, il martello (o altro oggetto contundente) viene
brandeggiato indietro, in senso orizzontale, per assestare altri colpi, e il
risultato è il castoff sulla porta (vedi sotto).
La didascalia, così come la linea rossa, è dei RIS !
“Pattern da riferire a cast-off. La linea rossa riproduce la traiettoria
generale”.
Quello che definisce chiaramente la striscia come generata da castoff, è che è
prevalentemente lineare. C’è come una via maestra di grosse gocce, che
va dallo stipite, attraversa orizzontalmente tutta la porta, per finire
addirittura sul muro a destra, per chi guarda, della porta. Nell’arterial spurt
le macchie sono disposte, invece, radialmente, a raggera, senza una direzione
prevalente.
Siamo sul
muro a destra della porta. In verde si vede benissimo la traccia principale di
gocce, lasciate dal corpo contundente, quando va indietro.
In blu la zona che Manieri indica
correttamente come strisciamento dei capelli di Chiara. Evidentemente, dopo
averla trascinata lungo il corridoio, l’assassino ha ruotato il corpo di Chiara
di 90°, con la testa verso le scale, per gettarla giù. Una specie di macabra
manovra, come quando dovete parcheggiare l’auto. Nella manovra la testa di
Chiara, e i capelli, hanno strisciato contro la parete, determinando quelle
caratteristiche macchie.
Faccio notare che secondo Manieri Chiara
aveva il turbante in testa anche quando finisce sulle scale, prima che l’assassino
scenda a toglierglielo e quindi come spiegare quelle macchie, generate dai capelli,
sul muro ?
Un’ultima considerazione, secondo Manieri sia le
macchie nella zona del telefono che quelle sulla porta sono da arterial spurt.
Il fantomatico grosso vaso che spruzza come una fontana, avrebbe imbrattato
muro, telefono e porta !
Solo che il telefono, e la porta, sono a 180° l’uno dall’altra, con in mezzo la
testa di Chiara. Un vaso biforcuto, che spruzza a sinistra e a destra ???
6) I RIS ipotizzano un’aggressione
in tre fasi, con intervalli fra una e l’altra non brevi. La
lesione in sede occipitale sanguinava lentamente, e ha creato la prima pozza di
sangue vicino al gradino. Poi la trascina, e forse Chiara un po’ si riprende,
magari afferra il filo del telefono, rialzandosi parzialmente. Ecco la seconda,
violenta aggressione che genera le macchie in zona telefono, e il cui movimento
all’indietro dell’arma, genera il castoff su porta e parete. Poi c’è di nuovo
una pozza di sangue davanti alla porta. Secondo me è la testa di Chiara che
sosta per un certo tempo, prima della manovra per girarla di 90° e gettarla giù
dalle scale. Forse anche lì c’è una terza aggressione, ma non ne sono troppo
convinto. Di sicuro non un’unica aggressione nei pressi del
primo gradino, come ipotizza Manieri, ma almeno due.
7) Sapete come intitola un post su FB, Manieri ?
“NUOVA ECLATANTE CONFERMA SUL RUOLO DEL PORTAVASO NEL DELITTO DI GARLASCO!”
Tutto maiuscolo, "eclatante"…
Manieri è andato a misurare gli anelli del portavaso, e trova che le dimensioni corrispondono alle macchie di forma circolare. Sotto vedete le macchie azzurre/blu, generate dalla reazione del sangue al luminol, e in basso un cerchio marrone/rosso che è l'anello del portavaso "riportato" da Manieri sull'immagine (freccia bianca).
In effetti le dimensioni coincidono, e questo vale per tre cerchi, indicati sotto con la freccia gialla (mia), ma purtroppo ce ne sono altri, più grandi e più piccoli, che Manieri non nota (frecce rosse mie).
Sotto al suo post su FB, faccio il seguente commento, in cui illustro un’ipotesi alternativa, Manieri cancella il commento, e mi banna…
“Io però vedo almeno altri 5 “anelli” più su, nell’immagine col luminol, tre più grandi e due più piccoli, come la mettiamo, con le dimensioni ?
Inoltre, tutte queste macchie “lambda”
erano su delle piastrelle sottostanti al divano.
Lavano (uso il plurale ma è
possibile che sia stato uno solo), non si sa per quale motivo (?), con tutto il
sangue che c’era in casa… il portavaso, dopo aver spostato il divano, e poi
spostano di nuovo il divano a coprire la zona ?
All’ultimo decidono di lasciare il
portavaso, pulito, in mezzo al corridoio ?
Non lo rimettono, visto che erano
così “ordinati”, nella sua posizione originale, vicino alla scala ?
Da qualche parte ho letto una
spiegazione che mi sembra molto più semplice. Il divano è stato spostato per
lasciar spazio alla barella che portava via il corpo di Chiara.
Avete presente le ruote dei carrelli
del supermarket ? A volte ce ne sono alcune un po’ “ballerine”. Mentre spingete
il carrello vanno un po’ per conto loro, lateralmente, e l’azione combinata del
moto rettilineo del carrello e di quella delle ruote, crea un andamento
sinuoso, spiraliforme. A volte capita anche che le ruote si blocchino, e tocca
ripartire, spingendo il carrello.
Le ruote della barella si sono
sporcate col sangue del pavimento, e passando hanno creato le macchie
"lambda". Dopo il passaggio della barella, il divano è stato rimesso
a posto.”
Evidentemente l’ipotesi del carrello del supermarket non gli era piaciuta…
Ho già sottolineato precedentemente
l’itinerario rocambolesco che avrebbe fatto il portavaso: posizione originale
in piedi vicino al muro → disteso e parallelo al
gradino → sotto al divano (lavaggio) → posizionamento “strategico”… finale in mezzo al corridoio, e il macchinoso lavaggio sotto
al divano, dopo averlo spostato, e rimesso in seguito a posto !
La ricostruzione della dinamica di un delitto è sempre un'operazione piena di insidie. L'osservazione dei dettagli della SDC è importantissima, ma la fase induttiva, o abduttiva, è altrettanto importante, e deve portare ad un'ipotesi logica e coerente. Se così non è, bisogna considerare ipotesi alternative.










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