La lunga serie

Proseguo il saccheggio dalla miniera di interessanti osservazioni che è lo studio Hammond/Canter del 2007.

L'influenza della lunghezza della serie

Come osservano sia Canter (1994) che Rossmo (2000), i primi crimini tendono a essere spontanei e impulsivi, mentre la selezione delle vittime e la pianificazione tendono ad aumentare col tempo.
Canter e Youngs (2008) suggeriscono una serie di processi che stanno alla base dello sviluppo nel corso della carriera criminale di un soggetto. Gli autori propongono che due siano particolarmente rilevanti per il comportamento dei criminali seriali: la sofisticazione cognitiva e l’apprendimento dall’esperienza (Canter & Youngs, 2008).
L’idea di sofisticazione cognitiva, come discusso da Canter e Hammond (2007), suggerisce che, man mano che un autore avanza in una serie di crimini, diventa più sicuro di sé, grazie all’aumento dell’esperienza, che rafforza la fiducia nelle proprie capacità. Questo può portarlo ad avvicinarsi a casa per commettere i suoi reati e a ridurre le distanze tra un crimine e l’altro, risparmiando sui costi di spostamento ma assumendo anche rischi maggiori, fino a diventare quasi "spavaldo" nella sua presunzione di restare impunito (Canter & Hammond, 2007).

Nota mia: a questo proposito, nel mio post: "La fisarmonica", pongo l'accento proprio su questo fattore, che porta il SK a colpire all'inizio vicino a casa, poi si allontana, e nelle fasi finali torna a colpire vicino alla residenza.

La nozione di apprendimento dall’esperienza, invece, interpreta i cambiamenti dell’attività nel tempo come risposta e conseguenza delle esperienze precedenti (Canter, 1995).  

L'influenza della lunghezza della serie sulla prossimità nella distribuzione dei reati.

Un ampio corpo di ricerca ha analizzato le distanze percorse nel corso di una serie di reati, producendo risultati piuttosto eterogeneiÈ stato spesso affermato che esista una relazione positiva tra durata della carriera criminale e mobilità (Gabor & Gottheil, 1984), secondo cui i reati commessi nelle prime fasi della carriera tendono ad essere più vicini all’abitazione o alla base dell’autore rispetto a quelli commessi nelle fasi successive della sequenza criminaleAd esempio Rossmo (2000) osserva che il primo crimine in una serie è il più vicino a casa nel 41% dei casiBarker (2000) rileva un aumento significativo della distanza casa-crimine per i ladri di piccole città nel Regno Unito: il primo reato ha una distanza media di 2,16 km, l’ultimo di 5,62 kmMeaney (2004) riporta lo stesso trend in campioni di ladri, piromani e criminali sessuali.
Tuttavia, risultati contrastanti emergonoDavis e Dale (1994) mostrano che il primo stupro non è più vicino a casa rispetto all’ultimo della serieLaukkanen e Santtila (2006) non trovano un aumento significativo della distanza nei crimini seriali.

Per verificare se le distanze percorse cambiano significativamente nel tempo, e quindi convalidare o confutare queste ipotesi, è stata utilizzata la metodologia di Lundrigan e Canter (2001a), calcolando le distanze medie verso ciascun sito successivo in ogni serie


La tabella illustra le distanze medie fino al decimo crimine. Un cambiamento nel dominio criminale sarebbe visibile come un graduale aumento o diminuzione di tali distanze (Lundrigan & Canter, 2001a).
Seguendo un modello molto simile a quello descritto da Lundrigan e Canter (2001), si è osservato un aumento generale delle distanze tra casa e luogo del crimine fino al quinto reato incluso (vedi Figura 12.1, sotto).


Dopo questo punto, si è verificata una netta diminuzione della distanza media, con i criminali che sembrano tornare indietro verso l’area precedentemente esplorata, commettendo i crimini successivi più vicino a casaPer determinare se le variazioni nella distanza casa-crimine tra i reati commessi in diverse posizioni all’interno della sequenza di una serie (illustrate nella Figura 12.1) fossero significative, è stata utilizzata un’ANOVA non parametrica a misure ripetute. Le differenze non sono risultate significative, e un'analisi post-hoc non ha evidenziato differenze tra alcuna posizione dei reati all'interno della sequenza.

Per verificare se esistessero variazioni significative in relazione alla lunghezza della serie, i criminali sono stati suddivisi in due gruppicoloro che hanno commesso 5 crimini o meno (N = 377), e coloro che ne hanno commessi più di 5 (N = 217). Sono state effettuate comparazioni tra i gruppi.
In relazione al rapporto tra lunghezza della serie e distanza casa-crimine media, si è scoperto che i criminali con 5 reati o meno hanno viaggiato significativamente di più rispetto a quelli con più di 5 reati (f(1, 593) = 4.893; p < 0.05), con distanze medie rispettivamente di 31,37 km (mediana = 4,48 km) e 13,45 km (mediana = 1,45 km).

Sembra quindi che i criminali non solo mantengano una distanza simile nel corso della loro serie, ma che in realtà tendano ad avvicinarsi a casa man mano che progrediscono nella loro carriera criminale.

Nota mia: gli autori rilevano che NON vi sono differenze significative nei movimenti lungo la serie, e che la distanza percorsa casa-crimine (3,14 km) nel primo crimine è praticamente identica a quella percorsa nel decimo crimine (3,24 km). Sembrano dei treni, che costantemente fanno le stesse distanze ad ogni fermata (crimine), con tappe più o meno uguali, e comunque non significativamente diverse l'una dall'altra. Se però dividiamo il campione in soggetti con serie di 5 o meno crimini, rispetto a 5 o più crimini, i risultati sono significativi. Se la media globale degli spostamenti casa-delitto nelle tappe è più o meno la stessa, vuol dire che i primi, che si muovono di più, si sono allontanati da casa, mentre i secondi, che si sono mossi di meno, si sono avvicinati a casa!  

Ciò è stato proposto come riflesso delle ipotesi presentate da Canter e Hammond (2007), secondo cui i criminali acquisiscono sempre maggiore fiducia nelle proprie capacità con ogni crimine portato a termine con successo, fino a diventare spavaldi, assumendosi rischi maggiori e sentendo di poter risparmiare tempo e sforzo evitando di viaggiare lontano, poiché si ritengono abbastanza abili e competenti da non essere catturati
È stato riscontrato che i soggetti che hanno commesso più di cinque reati presentano zone cuscinetto (buffer) significativamente più piccole (f(1, 593) = 5.735; p < 0.05), con una media di 2,76 km e una mediana di 0,27 km, rispetto a coloro che hanno commesso cinque reati o meno, che presentano una media di 13,48 km e una mediana di 1,41 kmQuesto dato supporta ancora una volta l’idea che gli autori di reati tendano effettivamente a mostrare una maggiore prossimità tra la propria abitazione e i luoghi dei reati, man mano che la loro serie criminale si allunga e aumenta il numero di reati commessi. Anche i valori medi dell’intervallo tra casa e crimini per i due gruppi confermano questa tendenza: coloro che hanno commesso più di cinque reati avevano un intervallo medio casa-crimine più ridotto (media = 50,27 km; mediana = 7,2 km) rispetto a quelli che hanno commesso cinque reati o meno (media = 56,11 km; mediana = 7,2 km), sebbene le differenze tra i due gruppi non siano risultate significative da un punto di vista statistico.
Tuttavia, è stato anche riscontrato che gli autori di più di cinque reati tendono a distanziare maggiormente i loro crimini l’uno dall’altro rispetto a coloro che ne commettono cinque o meno. Ciò è evidente nelle Distanze Interpuntuali Medie (MID) e negli intervalli criminali medi. Chi ha commesso più di cinque reati presentava una MID media di 36,56 km (mediana = 4,5 km) e un intervallo criminale medio di 72,85 km (mediana = 8,41 km). Questi valori erano sensibilmente maggiori rispetto a quelli dei soggetti che avevano commesso cinque o meno reati, che mostravano una MID media di 33,25 km (mediana = 2,65 km) e un intervallo criminale medio di 70,05 km (mediana = 6,53 km), anche se le differenze tra i gruppi non sono risultate statisticamente significative per nessuna di queste misure.
Sembra quindi che gli autori di un maggior numero di crimini tendano ad agire in aree vicine alla propria abitazione, mostrando un maggiore livello di prossimità tra casa e luogo del reato rispetto a chi ne commette relativamente pochi, ma cerchino comunque di distanziare il più possibile i reati tra loro. Questo potrebbe riflettere il modello di distribuzione dei reati ipotizzato da Canter (1994) in riferimento al comportamento da “marauder” (predatore errante): gli individui operano all’interno di un intervallo ottimale relativamente fisso, muovendosi prima in una direzione, poi in un’altra, e così via. Le distanze, quindi, rimangono relativamente stabili nel corso della serie, con l’autore che agisce in tutte le direzioni attorno alla periferia esterna del proprio spazio di consapevolezza.
Al contrario, gli autori che commettono cinque reati o meno — quindi nelle fasi iniziali della loro carriera criminale — sembrano distanziare maggiormente i propri reati dalla loro abitazione. Sembra che siano meno preoccupati dei rischi connessi al commettere crimini troppo vicini ai luoghi già utilizzati, lasciando spazi più piccoli tra un reato e l’altro.

Nota mia: tutte queste misure possono confondere. Nel precedente post, riporto le considerazioni degli autori sulla classificazione commuter / marauder in base alla "componente M", cioè il rapporto tra la media delle distanze casa-crimine (HC, Home to Crime) e la media della distanze fra crimini (CC, Crime to Crime). I commuter hanno un rapporto > 1, cioè HC > CC, i marauder < 1. Qui, analizzando il campione secondo la lunghezza della serie, risulta che quelli con 5 o meno crimini sono commuter, e quelli con 5 o più crimini marauder!

Secondo Canter e Youngs (2008), la ricerca ha dimostrato che l’esperienza concreta dell’atto criminale influenza il comportamento spaziale successivo: gli autori di reato tendono ad evitare le aree vicine a quelle dove hanno già colpito, soprattutto se potrebbero essere riconosciuti in quel quartiere o se il reato ha generato un’attenzione pubblica e/o un’intensificazione della presenza di forze dell’ordine (Canter & Youngs, 2008). Quindi, sembra che per i criminali esista una sorta di continuum concettuale, in cui le distanze che generalmente pongono tra sé stessi e i luoghi del reato sono determinate dalla loro percezione soggettiva di "distanza sicura" (Lundrigan & Canter, 2001).

Tuttavia, è stato anche suggerito — e confermato nel campione presente — che i criminali seriali possano utilizzare ripetutamente lo stesso spazio, creando una distribuzione geografica dei crimini entro un raggio caratteristico e definito (Beauregard et al., 2005). Infatti, la tendenza dei criminali seriali a tornare e colpire nuovamente un’area già utilizzata è ben documentata nella letteratura (Goodwill & Alison, 2005), specialmente nei casi di furti seriali o in quei reati dove i rischi derivanti dalla ricorrenza nella stessa area sono relativamente ridotti.(es. Capone & Nichols, 1975; Pettiway, 1982; Pyle, 1974; Rengert & Wasilchick, 1985). !

Nota mia: anche i SK lo fanno... pensate a Rabatta → Vicchio... o, nel post precedente , a BTK...

Lundrigan e Canter (2001) introducono il concetto di prossimità temporale per distinguere tra due diversi schemi di sequenziamento dei reati; quelli che sono cronologicamente adiacenti tra loro e quelli che non lo sono (ad esempio, tutti i reati dispari di una serie o tutti quelli pari). Essi scoprirono che gli omicidi seriali nel loro campione tendevano a porre maggior distanza tra i reati cronologicamente adiacenti, rispetto a quelli dispari o pari, eccetto nel caso di autori che operavano su ampie aree criminali (con distanze medie tra i crimini – MID – di 30 km o più). Lundrigan e Canter (2001) attribuiscono questa scoperta ai rischi associati ai luoghi già utilizzati per crimini precedenti, e al fatto che gli autori tendono a mantenere una distanza "sicura" tra i reati vicini nel tempo, per minimizzare tali rischi.
L’influenza di questi “buffer” tra crimini è risultata maggiore per gli autori che operano in aree più contenute, mentre man mano che aumentano le distanze percorse, l’effetto delle località precedenti sul pattern spaziale si riduceGli autori propongono che i criminali che operano su distanze ampie possano non essere soggetti alle stesse limitazioni, semplicemente a causa della scala maggiore del proprio raggio d’azione.

Nota mia: molto interessante l'analisi fra distanze percorse nei crimini temporalmente adiacenti ed alternati (pari o dispari). I marauder, hanno distanze fra omicidi temporalmente adiacenti più contenute, i commuter, hanno invece distanze maggiori negli omicidi temporalmente adiacenti, consecutivi. Se facciamo un indice Consecutivi/Alternati, questo è maggiore nei commuter che nei marauder.
Purtroppo, gli autori non dividono questi risultati a seconda del TIPO di crimine: furti con scasso, stupri, SK, che è il fattore che più influenza i risultati. Si può dire che, in generale, i SK, che agiscono su grandi distanze, non si preoccupano troppo di distanziare i crimini consecutivi, nel senso che praticamente tutti i crimini sono già distanziati ampiamente. C'è quindi una differenza fra commuter e marauder, ma c'è anche una differenza fra tipo di crimine commesso.

Per esplorare queste possibilità nel campione del presente studio, sono state calcolate le distanze medie tra reati cronologicamente opposti e adiacenti, sia per l'intero campione, sia per i due gruppi già descritti in precedenza; coloro che hanno commesso cinque reati o meno e coloro che ne hanno commessi più di cinque.
Per il campione totale, non sono state riscontrate differenze significative tra le distanze dei reati opposti e quelle dei reati adiacenti. Tuttavia, le distanze tra reati adiacenti erano lievemente maggiori (media = 22,61 km; mediana = 1,77 km) rispetto a quelle tra reati opposti (media = 21,09 km; mediana = 1,39 km), riflettendo in parte i modelli ipotizzati in precedenza.
Sono emerse differenze significative, invece, tra i due gruppi per lunghezza della serie, sia per le distanze tra reati adiacenti (f(1, 590) = 6.290; p < 0.05) sia per le distanze tra reati opposti (f(1, 590) = 4.870; p < 0.05).
Un dato particolarmente rilevante è che le distanze tra reati adiacenti erano significativamente maggiori per coloro che hanno commesso serie brevi (≤ 5 reati) (media = 38,61 km; mediana = 34,87 km) rispetto a chi ha commesso più di cinque reati (media = 17,29 km; mediana = 6,35 km). 


Nota mia: stranamente gli Autori non menzionano che anche le distanze fra crimini opposti, erano maggiori nel gruppo di chi ha commesso cinque o meno reati; infatti, globalmente, questo gruppo si muove di più. Quello che è interessante è che il RAPPORTO adiacenti/opposti è maggiore nel gruppo con serie breve: 0,9191 vs 0,7152, ed entrambi questi rapporti sono inferiori a 1. Entrambi i gruppi "ritornano sui loro passi" (opposti > adiacenti), ma quelli con serie lunghe lo fanno di più !

E' stata analizzata la dispersione spaziale dei due gruppi. È emerso che coloro che hanno commesso più di cinque reati presentavano una dispersione angolare significativamente più ampia, con i reati distribuiti in un maggior numero di direzioni, rispetto a coloro che ne avevano commessi cinque o meno (f(1, 571) = 59.943; p < 0.001). L’angolo medio di dispersione per i primi era di 155,72° (mediana = 172,50°), mentre per i secondi era di 102,09° (mediana = 98,00°).

Nota mia: gli Autori calcolano l'angolo di dispersione dalla casa, come quell'angolo che racchiude tutti i delitti. Se l'offender distribuisce i crimini maggiormente, con un angolo maggiore, vuol dire che tende a circondarsi con i reati. Se è "circondato" dai punti, allora è un marauder. Questo è in accordo con quanto dicevo nel mio post sull'angolo libero di visuale, che altro non è se non il complementare all'angolo di dispersione. Il commuter lascia spazi vuoti ampi (angolo libero) fra i delitti, il marauder spazi piccoli, ed ecco che calcolare questo angolo ha valore predittivo nel distinguere fra commuter e marauder.

Sulla base dei risultati presentati in precedenza, tenendo conto di questi angoli medi, si può quindi ipotizzare che coloro con serie criminali più lunghe abbiano maggiore probabilità di comportarsi da “marauder”, spostandosi in un’ampia gamma di direzioni a partire dalla propria abitazione. Al contrario, i criminali nelle fasi iniziali della loro carriera sembrano operare lungo un corridoio direzionale più definito e limitato, comportandosi in questo senso come dei “commuter”.
In effetti, Canter e Larkin (1993) propongono che le differenze morfologiche nella distribuzione dei reati, in relazione alla casa o alla base del criminale, potrebbero riflettere diversi stadi dello sviluppo criminale. Se così fosse, la classificazione di un criminale come commuter o marauder potrebbe dipendere dal numero di reati commessi.
Inoltre, se i modelli di attività spaziale — in termini di distanze percorse e ampiezza del raggio criminale — hanno un reale valore esplicativo, è possibile che gli autori di reato cambino comportamento nel corso della loro carriera: potrebbero inizialmente spostarsi verso una specifica area, per poi cambiare direzione e muoversi in una nuova zona una volta esaurite le opportunità nella prima.
È anche plausibile che gli autori inizino la loro carriera agendo con cautela, commettendo i primi reati a quella che percepiscono come una distanza “sicura” da casa, come suggerisce Meaney (2004). In seguito, grazie alla fiducia acquisita con l’esecuzione di una serie di reati di successo, potrebbero iniziare a sfruttare le opportunità più vicine a casa, sviluppando così un modello comportamentale da “marauder”, come proposto da Canter e Hammond (2007).
Se ciò fosse corretto, ci si potrebbe attendere che il modello del “marauder” diventi predominante man mano che si considerano più reati all’interno di una serie.

Nota mia: le precedenti considerazioni sono di grande portata. L'offender all'inizio della carriera si comporta da commuter, e nelle fasi finali da marauder ! L'ennesimo supporto alla mia teoria della fisarmonica. Questo però crea grossi problemi interpretativi ! Coloro che pensano che i primi omicidi siano basilari per trovare la residenza dell'offender, devono considerare che nelle fasi iniziali il SK si sta comportando da commuter, quindi la casa NON è al centro di questi primi delitti. Inoltre... l'ennesimo dilemma... conosciamo veramente TUTTA la serie del SK ? Se io ipotizzo che sia un commuter, perchè è "all'inizio" della serie, e INVECE ha già colpito, e ha una lunga carriera alle spalle, e io non lo so... sballo tutte le previsioni !
Stiamo analizzando il problema da due punti di vista, e bisogna fare attenzione a non sovrapporli. La dicotomia commuter/marauder, e la dicotomia serie breve/serie lunga, ed entrambe queste dicotomie non è detto che siano tali !
Gli Autori stanno ipotizzando che il comportamento dell'offender DIPENDA dalla lunghezza della serie, ma, e qui NON sono d'accordo, vedono l'offender come un soggetto che muta comportamento nel tempo. Lo stesso soggetto, se ne ha il tempo, cioè se non lo prendono precocemente, POI si comporterà da marauder. Mi spiego meglio, è vero che tende ad avvicinarsi alla casa nelle fasi tardive, ma ipotizzare che i SK siano tutti uguali e che sia la lunghezza della serie a condizionarne i movimenti è altamente riduttivo.

Io invece parto da considerazioni di carattere generale, di stampo darwiniano. Esistono i polli e le faine. Ci sono quelli, meno organizzati, meno intelligenti, che FATALMENTE verranno presi prima, è la selezione naturale, che opera. I SK più organizzati e intelligenti riusciranno a farla franca per un maggior lasso di tempo, e avranno quindi serie più lunghe.
Il SK che viene preso precocemente ragiona e si comporta in modo differente da quello che riuscirà a colpire per 10-15 volte, prima che, eventualmente, venga preso.
Gli autori hanno trovato che ci sono differenze significative nel comportamento dei due gruppi, per poi concludere che si tratta di un unico gruppo, "osservato" in tempi diversi ?
L'ipotesi degli autori potrebbe reggere SE analizzano SOLO quelli con serie lunga, e vedono che all'inizio si comportano da commuter e poi da marauder, ma qui non hanno fatto così. Quando, per esempio, dicono che quelli con serie brevi hanno una media dei delitti consecutivi (38,61 km) maggiore di quelli con serie lunghe (17,29 km), per quest'ultimi hanno fatto la media dei PRIMI cinque delitti, o di TUTTI i delitti ? Solo se per quelli con serie lunga prendo i primi cinque delitti, posso fare dei paragoni fra i due gruppi.
E' anche vero, però, che più la serie è lunga, e più lo spazio a disposizione si esaurisce. In questo contesto è ammissibile che un soggetto inizialmente commuter, non possa distanziare i crimini all'infinito, e debba, giocoforza "ritornare sui suoi passi", colpendo vicino a dove ha già colpito, e riavvicinandosi a casa. Questo a prescindere dell'eventuale "fase euforica" che caratterizza il SK con una lunga carriera alle spalle, e che analogamente lo porta a colpire vicino a casa, nelle fasi finali.
In conclusione intervengono numerosi fattori, l'attitudine innata del SK, la lunghezza della serie, eventuali barriere naturali (montagne, laghi), l'intelligenza o la scaltrezza del SK, che prende tutta una serie di accorgimenti operativi.

Comportarsi da commuter vuol dire essere più intelligenti ? In linea teorica, dal punto di vista del GP sì, ma in pratica magari no ! Tutti gli studiosi hanno evidenziato che il GP è molto meno efficace se si è di fronte ad un commuter. Ho un'area ben definita, cerchio di Canter o CHP, e posso calcolare tutti i centri geometrici che voglio, CMD, Baricentro, Mediana, etc., ma se il SK proviene da fuori, da un'area esterna, come faccio a fare una previsione ? Tutti i migliori software fanno sempre una previsione all'interno dell'area compresa fra i delitti, mai all'esterno.
La polizia, e lo studioso del GP, quando si trovano di fronte un commuter, non hanno la più pallida idea di dove sia la sua residenza, ma se questi ha il "vizietto" di andare sempre in una ben definita zona, e colpire nei dintorni, magari si fa beccare perchè lo aspettavano nei paraggi ! Prova ne è che, alla fine, quelli che si comportano da commuter vengono presi prima !

Quello su cui non sono d'accordo con gli Autori, è che uno stesso soggetto si comporti da commuter nelle prime fasi, e poi da marauder. Sebbene sia vero che c'è un avvicinamento alla casa nelle fasi finali, questo è dovuto alla fase euforica del SK, ma anche a obiettivi impedimenti spaziali, nel senso che non può espandere la sua area d'azione all'infinito.
Il vero nocciolo della questione, la differenza ab initio, è che il commuter e il marauder sono due tipologie di offender intrinsecamente, geneticamente differenti.

Il grande squalo bianco... è tale per mille altre precauzioni che prende, nel suo MO, altro che cercare di confondere il GP.
Un novello SK di prostitute vede una prostituta che gli interessa, e che fa ? Accosta con la macchina e le parla. ERRORE gravissimo ! Ti possono vedere, un'amica della ragazza può notarti, e magari prendere il numero di targa, o il protettore stesso. Ridgway, invece, notava la prostituta e proseguiva... ad un incrocio, o in una strada laterale, svoltava e fermava la macchina. Scendeva e si dirigeva, A PIEDI, verso la prostituta, camminando tranquillamente come un qualsiasi passante. Poi le parlava brevemente, proponendole di andare verso la macchina, parcheggiata poco distante, ma fuori dalla vista. Salivano... ed era fatta. Nessuna macchina che accosta al marciapiede, nessun numero di targa, nessuno ha visto, o notato niente.

Del Green River Killer, ad un certo punto parlavano tutti. Le prostitute erano terrorizzate, ed avevano un alto grado di sospettosità verso i clienti occasionali. Ridgway cosa faceva ? Sparpagliava sui sedili posteriori della macchina un sacco di giocattoli ! Si presentava come un padre di famiglia annoiato dalla vita coniugale... una delle prime cose che faceva, era far vedere alla prostituta, con orgoglio... una foto di famiglia con i figli ! La ragazza si tranquillizzava... "non può essere questo qui, il feroce SK che tutti temono", e invece...
Ancora, sbarazzarsi del corpo che è in macchina. Arrivi in una zona impervia, poco frequentata, fermi la macchina, e porti il corpo nei campi ? Non c'è nessuno nei paraggi, è vero, ma mentre sei intento a portare il corpo e magari a seppellirlo, per poi poterci ritornare per fare cose che è meglio tralasciare, può passare un'altra macchina, e notare la tua che era ferma sul bordo della strada. Tipo di macchina, colore, magari addirittura la targa !
Ecco, invece, come agiva un vero SK "professionista"... Ridgway: arriva in macchina, il posto gli pare adatto, apre rapidamente la portiera, con la macchina in movimento (!), e butta velocemente fuori il cadavere. Prosegue per un certo tratto, non breve, fino ad una distanza che reputa di sicurezza, magari trovando una stradina di campagna ancora più nascosta. Parcheggia, e torna, A PIEDI, dov'è stato gettato il cadavere, non prima di aver aspettato un po', per vedere se qualche macchina ha visto qualcosa, e si è fermata. Se tutto è tranquillo, va a prendere il cadavere e lo porta dove aveva intenzione di lasciarlo e/o seppellirlo. Infine ritorna, sempre a piedi, alla macchina. Adesso capite perchè non lo hanno preso subito... e Ridgway era uno che non brillava per intelligenza, ma evidentemente aveva una scaltrezza, un intuito, fuori dal comune.

Considerazioni finali.

Riassumo i punti salienti di questo splendido lavoro della Hammond e Canter, e quella esaminata qui, è solo una piccola parte dell'intera tesi/articolo.

1) Il SK nella fase finale tende a riavvicinarsi a casa, che sia per lo stato psicologico euforico, o per impedimenti topografici, o perchè è nella fase matura, da marauder. Il percorso temporale complessivo è spesso a "fisarmonica", colpisce vicino-lontano-vicino.
Un rimando all'ipotesi Amicone: chi abitava a 300 metri dall'ultimo delitto del MdF ?

2) I SK con 5 o meno reati distanziano maggiormente i reati dalla propria casa, ma tendono a raggrupparli fra di loro (MID inferiore), con minor distanze fra i crimini. Sono meno domocentrici e si comportano da commuter. Temporalmente, l'indice consecutivi/alternati è maggiore che nei SK con più di 5 omicidi, e tendono meno a ritornare su luoghi precedentemente visitati. La dispersione angolare è minore, 102°, perchè in media la casa è situata "lateralmente" rispetto ai delitti.

3) I SK con più di 5 delitti distanziano meno i reati dalla casa, ma ciò nonostante, dato che distanziano di più i delitti fra di loro, spostandosi lateralmente, alla fine agiscono su un'area maggiore. La casa tende ad essere centrale, rispetto ai delitti, con un comportamento da marauder. Più frequentemente ritornano su luoghi precedentemente visitati. L'angolo medio di dispersione è di 156° con la casa più centrale che nell'altro gruppo.By the way... se l'ipotesi di Amicone è corretta, l'angolo di dispersione dalla casa del MdF è di 157,6°... Serie lunga, angolo di dispersione ampio, tutto sembra quadrare alla perfezione.

4) E' possibile che queste differenze, nei due gruppi, siano dovute al numero di reati commessi, nel senso che lo stesso soggetto, nei primi delitti si comporta da commuter, e successivamente da marauder, tesi che non condivido appieno.

5) Aggiungo che un indice consecutivi/alternati alto depone per un commuter, così come una MID bassa, ma in un successivo post illustrerò altri indici, che possono aiutare a distinguere, nelle fasi iniziali, tra commuter e marauder.

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