Una curiosità, non strettamente
inerente la dislessia, com’è il linguaggio di tutti i giorni degli psicopatici
?
Il
lunghissimo post seguente, sviscera ampiamente le caratteristiche del
linguaggio di tutti i giorni degli psicopatici, ma devo fare una nota, una
premessa, che secondo me è una vera e propria bomba al napalm, visto che si parla del Vietnam…
Gli americani avevano notato che Zodiac
scrive sempre il pronome
in prima persona, “Io”, maiuscolo, con i due trattini orizzontali sopra e sotto la “I”.
Addirittura qualcuno sostiene che se, in uno scritto, compare una semplice “I” maiuscola (di io), ma senza
i trattini orizzontali, non è la scrittura di Zodiac ! Alla luce della “megalomania”
e del “narcisismo” che permea i discorsi degli psicopatici (come vedremo dopo),
questa caratteristica potrebbe indicare appunto una enorme sopravvalutazione di
sé.
Un probabile effetto collaterale di ciò, che
modestamente ho notato, è che quando Zodiac usa la “I” (non di io), nelle
parole scritte in stampatello maiuscolo, che a dire il vero sono poche, nelle
sue lettere, questa è minuscola, “i”, in corsivo ! Quasi non volesse
confonderla con “I” di io !
Un esempio eclatante è la Halloween Card
By the way… nello schizzo planimetrico di
JB, si legge :
“SANCASCiANO”
“ChiESANOUVA”
(2 volte)
“KRiSKNA”
“BARRACiNA”
(la i sembra col puntino sotto),
“CiMiTERO” (la prima i col puntino sotto)
“CASSiA” (la
i ha il puntino sotto…)
“SCOPeTi”
Le uniche I maiuscole, sono in “BIANCO” e “VIGNI”, tanto che non sono sicuro se la traduzione sia corretta… comunque siamo a 8 su 11 i minuscole. Vogliamo scomodare qualche esperto di statistica ? Da-daan !
Riprendiamo il tema del post: come si esprimono gli piscopatici.
Da : “The Creepy Speech Pattern That Can Help You Identify A Psychopath”
1) Movimenti esagerati delle mani ed
espressioni facciali sagomate, dal contorno marcato. Li impiegano per
convincere l’ascoltatore che quello che dicono è vero, quando non lo è.
2) Parlano in maniera controllata, con
tono basso, neutro, monotono, conciliante (manipolazione), spesso vogliono
apparire fragili o innocui.
3) Sebbene il tono generale della
conversazione sia neutrale, a volte lo aggiustano, per enfatizzare e convincere
l’interlocutore che ciò che dicono è genuino.
4) Non enfatizzano parole carice di
significato emotivo, come fanno le persone normali.
5) Discorsi incoerenti, spesso si contraddicono,
o ritirano le sentenze, esempio dicono una cosa, ma subito aggiungono qualcosa
di parzialmente contrario.
6) Impiego di emozioni negative (rabbia,
odio) e imprecazioni.
7) Parlano soprattutto dei propri bisogni
(cibo, denaro, sesso) e non di bisogni sociali.
8) Usano spesso pronomi in prima persona
(io, me, mi).
Da “Speech patterns: 5 ways to spot a psychopath”
1) Parlano spesso di causa-effetto.
Commentando i propri delitti, per
esempio, usano “perché”, e “siccome”, “così”. Sembra che credano che i propri
crimini abbiano un nesso logico di causa-effetto, qualcosa che doveva essere
fatto per raggiungere uno scopo.
2) Focalizzazione sul cibo.
Usano un numero eccessivo di parole
legate a bisogni primari, come cibo, sesso, denaro. Criminali non psicopatici,
invece parlano anche di bisogni sociali, come famiglia, religione,
spiritualità. Spesso includono dettagli su cosa avevano mangiato il giorno del
crimine ! Questo rivelerebbe la loro natura predatoria.
3) Frequenti intercalari, come “um”.
Discorso poco fluente, numerose pause con
intercalari. Non è per riempire la pausa, o perché stanno pensando a cosa dire,
ma perché stanno indossando la maschera. Vogliono dare un’impressione positiva,
come se si stessero sforzando di inquadrare la loro storia, e prendessero delle
pause per pensare bene a cosa stanno dicendo. Usano anche molte parole
“riempitive”, tipo “you know”, “I mean” (sai, intendo) ma questo per non essere
interrotti dall’interlocutore, non gli lasciano lo spazio per intervenire.
4) Assenza di rimorso.
Parlando dei delitti, evitano argomenti
che implicherebbero un giudizio morale, esempio la famiglia o la religione, che
sarebbero cose a cui una persona normale penserebbe, dopo aver commesso un
atroce crimine.
5) Usano spesso il passato remoto.
Secondo alcuni è dovuto al distacco
psicologico dalla vita quotidiana, nel caso, dal crimine commesso. In generale
il loro linguaggio è meno emozionalmente intenso di quello di altri criminali.
In teoria, oltre che per la diagnosi
clinica, tutte queste ricerche potrebbero rivelarsi fruttuose analizzando come
un soggetto si esprime sui social media ! Esempio è stato il Long Island SK,
che contattava le vittime sul sito Craiglist.
Gli studi sono stati estesi alla
popolazione generale, su come si esprimono per mail, blog, FB etc. Soggetti con
alti score PCL-R si esprimono con più distacco psicologico e il loro discorso è
meno comprensibile. Usano un linguaggio più ostile e negativo (rabbia,
parolacce). Usano meno il pronome in seconda persona, “tu”, in sostanza
menzionano, o considerano meno le altre persone, nelle loro conversazioni.
(Woodworth-Hare 2017) “The Linguistic Output of Psychopathic Offenders During a PCL-R”
Uno studio su 66 delinquenti, di cui 21
psicopatici e 45 non psicopatici. Il PCL-R medio è risultato 24.4 (SD 7.9).
Discorsi meno coerenti, più pronomi
riguardanti sé stessi (prima persona), meno rimandi gli altri. Più “io”, sia
nell’intervista globale, che quando descrivevano il momento più felice della
loro vita, ma non quando descrivevano quello più depressivo (!). Si focalizzano
su sé stessi quando raccontano storie positive, ma NON quando raccontano storie
negative, come se enfatizzassero il loro ruolo quando discutono eventi che li
mettono sotto una buona luce, ma non quando parlano di eventi potenzialmente
sfavorevoli, e che li metterebbero in cattiva luce.
Impiegano più parole (loquaci) e più
parole corte (!). Più intercalari (false partenze, ripetizioni, esitazioni) e
riempitivi (you know, I mean) che hanno anche la funzione di impedire
all’interlocutore di entrare nella discussione (!)
Usano più parole correlate alla rabbia e
meno collegate all’ansia e alla felicità. Fanno meno riferimento alla famiglia,
e agli altri, dimostrando la mancanza di profondi rapporti sociali e affettivi
con gli altri.
Usano spesso imprecazioni, e oscenità
come “cazzo !”, hanno insomma una visione ostile e predatoria. Forse la loro mancanza
di controllo li porta a non considerare, o ad infischiarsene, dell’impatto che
il loro linguaggio scurrile e offensivo può avere sugli altri, o forse lo usano
come mezzo per dominare, e intimidire, l’interlocutore.
Sono più orientati al futuro (!), sia
nelle risposte generali che su quella depressiva.
Usano più parole, e più parole rabbiose.
Le due caratteristiche più
discriminanti sono l’uso del pronome in prima persona, “I” e l’uso di meno parole che riguardano
l’ansia (Spaventato, Preoccupato). In sostanza i loro discorsi sono
sempre incentrati su sé stessi !
Da : “9 Subtle Ways Psychopaths Communicate Differently, According to Science”
1. Parlano al passato.
Gli psicopatici usano più verbi al
passato rispetto ad altre persone. Quando si parla di un evento che sta
accadendo in questo momento, la maggior parte di noi direbbe: "Penso che
sia una buona idea". Uno psicopatico potrebbe essere più propenso a dire:
"Ho pensato che fosse una buona idea". I ricercatori sospettano che
ciò sia dovuto al fatto che sono distaccati dal loro comportamento e dal loro
ambiente.
2. Il loro linguaggio del corpo è
convincente.
Gli psicopatici mentono per fare bella
figura. Ma il loro comportamento non verbale è spesso così convincente – e
distraente – che le persone non riconoscono di essere davanti ad un disonesto.
Nell'intervista della polizia con l'assassino e stupratore Paul Bernardino, gli
agenti dell'FBI hanno notato che usava potenti gesti delle mani, per distrarre
dalle sue bugie.
3. Il loro linguaggio è privo di
dimensione emotiva.
Per gli psicopatici, dire "Ti
amo" non suscita più emozioni che dire "Per favore, passami il
latte". Possono ripetere a pappagallo ciò che hanno sentito dire da altre
persone, ma le loro espressioni facciali non corrispondono alle loro parole. La
loro capacità di verbalizzare i sentimenti è molto probabilmente un
comportamento appreso, in contrapposizione a un'autentica esperienza emotiva.
4. Sembrano affascinanti.
I ricercatori hanno scoperto che gli
psicopatici parlano di più e usano parole più emotive nel tentativo di attirare
attenzione e ammirazione. Gli psicopatici sono davvero bravi a dire la cosa
giusta al momento giusto. Sanno come giocare sulle emozioni degli altri e sono
abili manipolatori.
5. Parlano lentamente e a bassa voce.
Gli studi dimostrano che gli psicopatici
di solito parlano in modo controllato. Non enfatizzano le parole emotive come
fanno le altre persone. Il loro tono rimane abbastanza neutro per tutta la
conversazione. I ricercatori sospettano che creino intenzionalmente un
comportamento calmo, perché ciò li aiuta ad acquisire maggiore controllo nelle
loro interazioni personali.
6. Parlano della vita in termini di causa
ed effetto.
Gli psicopatici, soprattutto quelli che
commettono crimini, parlano del loro comportamento in termini di causa ed
effetto. Ad esempio, potrebbero dire: "Dovevo dargli una lezione".
Piuttosto che mostrare rimorso, uno psicopatico tende a giustificare le sue
azioni.
7. Concentrano la loro attenzione sui
loro bisogni primari.
Piuttosto che parlare di bisogni
spirituali o emotivi o dei bisogni degli altri, è più probabile che gli
psicopatici parlino dei propri bisogni fondamentali, come cibo e alloggio. Uno
psicopatico che confessa un omicidio, ad esempio, è più propenso a trascorrere
la maggior parte del suo tempo a parlare di cosa ha mangiato a pranzo e di cosa
sperava di ottenere finanziariamente, piuttosto che di come il suo
comportamento ha influenzato le altre persone.
8. Dicono "um" più spesso.
Gli psicopatici sono più propensi a usare
parole e suoni riempitivi, come "uh" e "um". Sebbene molte
persone utilizzino tali suoni per evitare un silenzio imbarazzante, i
ricercatori sospettano che gli psicopatici li utilizzino nel tentativo di
apparire sani di mente.
9. Sono grandi narratori.
Sia che uno psicopatico affermi di aver
salvato dei gattini da un edificio in fiamme o che dica di essere stata l'unica
nel suo ultimo lavoro ad essere disposta a opporsi alla direzione, gli
psicopatici raccontano storie ricche su sè stessi. Mentre è probabile che
alcune storie li dipingano come vittime, è probabile che la maggior parte delle
loro storie li ritraggano come eroi. Tutte le loro storie nascono dal desiderio
di guadagnare fiducia e manipolare i propri ascoltatori.
Penso che vi siate fatti un’idea di come
parlano questi tizi… e non dimenticate che se sbadigliate, loro non
risponderanno mai con uno sbadiglio… il famoso sbadiglio contagioso !
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