Stasi e la "Triade Oscura".


La Bruzzone in questo video/intervista mostra brani del rapporto del Tribunale di Sorveglianza.


Si spinge molto più in là, nell’analisi psicologica di Stasi,  ma andiamo con ordine, leggendo cosa il magistrato scrive (in blu).


"Lo stesso esperto ex articolo 80 OP (lo psicologo del carcere N.d.T) ha nella sua relazione, fatto cenno alla tendenza di Stasi ad allontanare nei colloqui, i temi che lo riportano ad eventi dolorosi ed emotivamente difficili: sottolinea che Stasi si relaziona in modo aperto, pur manifestando una modalità protettiva del suo mondo interiore che tende a condividere solo all’interno di rapporti di conoscenza e grande fiducia… nel raccontare le vicende del suo passato emerge una strategia per affrontare le situazioni emotivamente difficili: ancorarsi a fatti concreti dell’ambiente al fine di creare una cornice rassicurante che gli permetta di regolare l’emotività… A tratti la tristezza per la vicenda è stata esplorata, in quanto la modalità del detenuto non è legata alla volontà di spostare i suoi vissuti dolorosi… tale modalità sembra essere legata ad una scelta di non rivivere ricordi dolorosi di fatto già sperimentati…”

“Anche il passato relazionale e affettivo di Stasi emerge solo dal racconto normalizzante del condannato, e non indagato invece alla luce degli aspetti che emergono incontrovertibilmente dalla sentenza, come l’ossessiva catalogazione e la abituale visione di materiale pornografico anche raccapricciante violento, o i comportamenti tenuti dopo l’omicidio.“

Il magistrato rileva che Stasi ha una modalità protettiva, e che emerge una ben precisa strategia di evitare ricordi dolorosi, e fin qui è anche comprensibile, ma Stasi fa un racconto normalizzante, cioè minimizzante, della vicenda, e soprattutto, e qui è il punto cruciale, non è stato indagato, dagli psicologi del carcere, il passato relazionale e affettivo di Stasi alla luce dei possibili aspetti psicopatologici (catalogazione ossessiva e abituale visione di materiale pornografico raccapricciante e violento).

 

Quindi ??? E’ un detenuto modello, ok, lavora e si da da fare, ma la sua personalità e le possibili gravissime psicopatologie NON sono state esplorate ! Ma allora che lavoro hanno fatto gli psicologi del carcere ?

Che si è comportato bene, ero capace di dirlo anch’io… la storia è piena di serial killer detenuti modello ! Pensate a Izzo, che lavorava fuori dal carcere, collaborante, apparentemente ben disposto, e valutato da diverse commissioni di psichiatri che hanno dato il bene placido alla sua scarcerazione… e che ti fa ? Dopo due giorni uccide due persone !

Ma procediamo con le annotazioni del magistrato sul lavoro incompleto degli psicologi. 

“Colpisce anche come, nella valutazione dell’empatia e dell’emotività, non vi siano accenni a quanto provato nel passato e nel tempo nei confronti dei genitori e parenti della vittima, o a sentimenti di rabbia, alle cause sottese e alle strategie di gestione”.

ALT ! Fermi tutti ! Stasi non mostra nessuna empatia né sentimenti di rabbia, e vi pare poco ? L’assenza di empatia è una caratteristica tipica di alcune gravi patologie. Rimanendo nel cluster B: Psicopatia, Narcisismo, Machiavellismo, tanto per dire… non stiamo mica dicendo che Stasi è antipatico… e l’assenza di rabbia stona profondamente con la sua supposta condizione di innocente, vittima di un errore giudizuario, come vuol farci credere. Stasi, nelle interviste e nelle SIT, più volte dice di sentirsi tranquillo, quando va a letto è a posto con la sua coscienza ! E no, bello mio… se sei innocente, vittima di un grave errore giudiziario, sentimenti di rabbia e di rivalsa sono più che normali, sono sacrosanti. Qui, invece, abbiamo un agnellino che va a letto e fa dei bei sogni… tutto il contrario di come si comporterebbe un innocente ingiustamente accusato.

La verità è che Stasi, dopo aver ucciso Chiara, ha rapidamente, e senza rimorsi, chiuso quel capitolo della sua vita. In cuor suo sa che ha meritato la condanna, e quindi è a posto con la coscienza. Pazientemente, senza rabbia alcuna, perché non ne avrebbe motivo… conta i giorni che lo separano dall’uscita definitiva dal carcere.

 

“In altri termini, ad avviso del collega, considerando che la pena mai come in questo caso debba avere una funzione riparativa non solo “esterna”, oltre che preventiva, il lavoro di osservazione psicologica e di analisi appare ancora necessario come strumento di indagine e di approfondimento”.

 

Di nuovo il magistrato puntualizza che è ancora necessario indagare e approfondire ! Ma io vorrei domandare, non solo agli psicologi, ma anche al magistrato… gli state concedendo tutti i benefici, la semi-libertà, e ancora non avete appurato se questo soggetto presenti gravi disturbi di natura psichiatrica ??? Ma vi rendete conto, sì o no, che state mettendo in circolazione una possibile bomba ad orologeria ? Il caso di Izzo non vi ha insegnato niente ?

 

“Oggi l’istanza di accesso ai permessi premio è sostenuta dalla relazione di sintesi del 16.2.2024, in cui, da un lato, si espone l’andamento del lavoro esterno e, dall’altro, si relazione l’approfondimento psicologico nella direzione sempre indicata dalle valutazioni della magistratura di sorveglianza”.

 

Da un lato rilevano che l’andamento del lavoro esterno è buono e dall’altro si relaziona l’approfondimento psicologico. Ma allora, vi chiederete, hanno fatto questo benedetto approfondimento ? Manco per niente ! Leggete.

 

“Quanto al primo profilo, non occorre soffermarsi troppo, se non per dire che – come del resto ci si attendeva – la sperimentazione del lavoro esterno è stata interamente positiva e contrassegnata anche da una evoluzione nelle mansioni svolte che ha generato ulteriore gratificazione; inoltre, con la funzione e lo stipendio in linea con la sua preparazione universitaria, il detenuto sta proseguendo i pagamenti rateali del risarcimento del danno”.

 

Già già… dopo aver rinunciato all’eredità, dopo la morte del padre, al fine di risultare nullatenente e quindi NON risarcire i Poggi in sede civile… il bravo bocconiano, dopo aver perso la causa civile… è stato costretto a devolvere 2/5 del proprio stipendio. Non è stata mica una sua scelta ! Ha fatto di tutto per non risarcire i Poggi !

Adesso veniamo all’approfondimento psicologico…

 

“Più complesso il secondo profilo, relativo all’approfondimento psicologico della personalità e delle abitudini del reo, che il Tribunale indica nella ossessiva visione di materiale pornografico fino alla sua meticolosa catalogazione nel PC, con tratti francamente eccessivi anche per un giovane alla scoperta della sessualità. Inutile nascondere che le precedenti valutazioni hanno ipotizzato che in queste dinamiche – per altro condivise dalla vittima – si celasse il movente o quanto meno l’occasione del delitto.”

 

Eh già… il secondo profilo è più complesso… e direi proprio che questi tratti sono francamente eccessivi… Ma questo giovincello, all’età di 24 anni, è ancora alla scoperta della sessualità ??? Ma ci prendete per scemi ? L’angioletto, che spinto solo dalla curiosità, per caso si è imbattuto in siti per pedofili, poi chiusi (!), e ha scaricato e spostato sull’hd esterno interi spezzoni (non frame) di video pedo-pornografici, ma non ha mai avuto l’occasione di vederli… ma facitemi ‘o piacere ! Alla Totò… Sentiamo cosa dice l’oracolo, lo psicologo del carcere…


Sul punto, l’esperto psicologo ha riferito di aver affrontato con il detenuto, in comprensibile iniziale difficoltà ed imbarazzo, le tematiche più intime connesse allo sviluppo psicosessuale”

 

Poverino… era in comprensibile imbarazzo… mica stava parlando con uno al bar, la valutazione psicologica era necessaria per avere ulteriori benefici, quindi, Stasi, fatti coraggio, siamo in ascolto…


“La relazione dello psicologo, nella consapevolezza di non poter esprimere giudizi di natura psichiatrica, si sofferma sulla possibile diagnosi di parafilia, ma conclude con l’affermare la sola presenza dei tratti di tale psicopatologia, in assenza dei requisiti che normalmente conducono alla diagnosi di vero e proprio Disturbo Parafilico, ai sensi del DSM-V”

 

E’ già qualcosa… sappiamo che Stasi ha una parafilia, che lo stesso psicologo definisce “psicopatologia”, ma non ha un disturbo parafilico.
By the way… mi piacerebbe domandare allo psicologo QUALE parafilia… perché non è stato più specifico su questo punto ? Fusse che fusse che era pedofilia ? O magari, feticismo, o magari voyeurismo, o magari tutte e tre ? Il termine generico “parafilia” non specifica quale, e un parafilico può avere più di una parafilia.

Per Harris (2011) “In vari campioni forensi il numero medio di diagnosi parafiliche per offender va da 2 a 4 a seconda del sottogruppo (pedofili, voyeuristi, esibizionisti, assassini sessuali)”

Veniamo alla conclusione salomonica del magistrato…


In conclusione, si osserva che l’esperto psicologo ha sicuramente fatto un passo avanti nella direzione auspicata; tuttavia, non si può negare il fatto che l’analisi sopra sintetizzata resta incompiuta, quasi sospesa nel vuoto, senza trarre, né consentire ad altri di trarre, alcuna conseguenza valutativa. Certamente sarà utile proseguire il lavoro e verificare se le comprensibili barriere protettive possano essere superate, anche nell’interesse dello stesso condannato e della ripresa di una piena coscienza di sé e di quanto accaduto. Sempre che ciò sia sostenibile e che lui lo consenta.

 

Lo psicologo ha fatto un passettino in avanti, ma l’analisi resta incompiuta ! In sostanza NON si può trarre alcuna conseguenza valutativa… come a dire non possiamo valutarlo, quindi rimane un’enigma. La bomba ad orologeria… sappiamo per adesso che è un parafilico, ma chissà se dietro c’è qualcos’altro… se lo domanda lo stesso magistrato. E perché è rimasta un’analisi incompiuta ? Per le barriere protettive che Stasi pone, e il magistrato sta dicendo che se lui non vuole toglierle, se lui non lo consente, non c’è niente da fare !

Non è che lo psicologo ha potuto sondarlo completamente e ha rilevato che è un parafilico, lo psicologo NON HA POTUTO andare più a fondo per le barriere innalzate da Stasi, e mi domando come mai non sia stato interpellato lo psichiatra !


Lo psicologo esclude il disturbo parafilico perché non ci sono i requisiti per diagnosticarlo, nei suoi colloqui, edulcorati da Stasi, in carcere. La Bruzzone analizza il comportamento, noto, di Stasi, cioè scattare numerose foto su parti sessuali (piedi, glutei) a donne ignare, e questo determina la presenza di ben tre aree di interesse psichiatrico:


1) Disturbo parafilico voyeuristico, a componente feticista.

 

2) Marcato disturbo del controllo degli impulsi.

 

3) Tratti di personalità Narcisista, Antisociale, per mancanza di empatia.

 

Altro che una o più semplici parafilie… la Bruzzone lo dice chiaramente:

 

“La compulsione, perché di questo parliamo, a fotografare clandestinamente le parti del corpo di donne sconosciute e ignare, rientra in termini tecnici in tre possibili aree di interesse psichiatrico.

 

1) Disturbo voyeuristico, eccitazione sessuale derivante dall’osservare e registrare persone non consenzienti. Feticismo mirato: piedi, calzature, gambe, glutei, diventa un oggetto principale dell’eccitazione.

Compulsività. Il soggetto non riesce ad inibire il comportamento pur sapendo che è inappropriato.

2) Disturbo del controllo degli impulsi, comportamento chiaramente che porta ad ipotizzare una compromissione del sistema inibitorio. Molti soggetti che mettono in campo questa condotta hanno una bassa capacità di autocontrollo. Hanno un’impulsività marcata, hanno una scarsa percezione del rischio e hanno una tendenza a raccogliere, a catturare stimoli proibiti.

3) Tratti di personalità problematici.  I tratti di personalità che sono maggiormente riconducibili a questa condizione, secondo la letteratura specialistica, sono narcisismo, tratti antisociali, mancanza di empatia, una condizione di mercificazione della donna e una profonda immaturità psicoafettiva.”

 

Inoltre la Bruzzone rileva: “Disturbo della dipendenza da contenuti pornografici, che è sempre un disturbo della sfera sessuale codificato dai manuali di psichiatria”, e cita l’ ICD-11. 

ICD-11

“Fra i Disturbi del controllo degli impulsi, c’è il disturbo del comportamento sessuale compulsivo. E’ caratterizzato da un modello persistente di incapacità di controllare impulsi o impulsi sessuali intensi e ripetitivi che dà luogo a comportamenti sessuali ripetitivi.” In questa sfera rientra la catalogazione ossessiva di materiale pornografico e l’uso compulsivo di pornografia, il cui esito probabile, aggiungo io… era l’onanismo, citato anche nelle sentenze.

Facciamo un riassunto di cosa si può desumere dal contenuto del PC di Stasi, dalla sua ossessiva catalogazione e dall’abitudine a scattare foto a parti sessuali di donne ignare.

A) Parafilie

Matronolagnia (donne mature/anziane)

Maiesophilia (donne incinta)

Feticismo (scarpe/piedi)

Voyeurismo (foto scattate a donne ignare)

Biastofilia (immagini/video di stupri)

Sadismo (vicario, nel guardare stupri)

Pedofilia

Zoofilia

 

Per quest’ultima, guardate sotto i fotogrammi di donne/bambine riprese in atti sessuali con animali…

 

 

B) Disturbi parafilici

Disturbo parafilico voyeuristico, a contenuto feticistico.

 

C) Disturbo del controllo degli impulsi.

Scattare compulsivamente foto a parti sessuali di donne ignare configura il disturbo del comportamento sessuale compulsivo (ICD-11-6C72).

D) Tratti di personalità Narcisista e Antisociale.

Riassumendo, un soggetto affetto da varie parafilie, con disturbo parafilico voyeuristico a componente feticista, che presenta un disturbo del controllo degli impulsi, dipendenza da contenuti pornografici, con tratti di personalità narcisistica e antisociale e assenza di empatia.

 

Faccio notare… che nella descrizione “Antisociale”, specie se unita all’assenza di empatia, che lo stesso psicologo rileva, rientra anche la Psicopatia !

Un tratto abbastanza evidente, secondo me, è il Machiavellismo.

Al 118 dice “sdraiata per terra”. Probabilmente, dopo aver sentito CC e paramedici chiacchierare fuori dalla casa, capisce che Chiara era in fondo alle scale, e soprattutto dopo che Marchetto gli fa vedere la foto di Chiara. Cambia così versione, rispetto alla telefonata del 118 e inserisce che è sceso 1-2 scalini.

“Casualmente”… nel suo racconto, lo Stasi scopritore ripercorre quasi esattamente il percorso fatto dall’assassino ! Eventuali sue impronte avrebbero trovato una giustificazione logica.

Le numerose telefonate al fisso e al cellulare di Chiara per crearsi un alibi.
La Umberto Dei che non aveva i pedali originali... il possesso della bici nera da donna non riportato nelle sue dichiarazioni iniziali.
Sospetto… che la richiesta di avere una copia della tesi fosse per indurre i CC a “pasticciare” nel suo pc… Stasi aveva competenze informatiche al di sopra della media.

Lo stesso psicologo rileva una strategia nel racconto normalizzante del suo vissuto, di Stasi, così come il muro di gomma che innalza di fronte ai tentativi di sondare la sua personalità.

 

Al di là delle parafilie, disturbi parafilici, disturbo del controllo degli impulsi, dipendenza da contenuti pornografici… se uniamo Narcisismo, Psicopatia e Machiavellismo, otteniamo il costrutto psicologico della… “Triade Oscura” !

Andate al link e troverete molte caratteristiche dello “Stasi Santo subito”…

Chiara stessa dice che Stasi si vestiva bene ed era un “Narciso” !

Freddezza e mancanza di empatia sono fuori discussione, in Stasi, così come il suo atteggiamento machiavellico, da lucido programmatore.

Nessun commento:

Posta un commento

Commento in attesa di approvazione