La freccia lasciata accesa

Osservare anche i più piccoli dettagli, anche se questi non porteranno a nulla.

Notare associazioni, rimandi, coincidenze, magari fortuite. Il piccolo Sherlock Holmes che è in me, all’improvviso si risveglia.

Mi piacerebbe che qualche lettore contribuisse, con commenti, a questo tipo di ricerche, non si sa mai, piccoli tasselli potrebbero portare ad un quadro più ampio.

 

La freccia, o lampeggiatore, o indicatore di direzione. Un accessorio prezioso, che se non attivato al momento opportuno, può portare a gravi incidenti stradali.

Mi ha sempre colpito quella lasciata accesa a Signa, con deduzioni e controdeduzioni sulla testimonianza del Mele.

Erroneamente, sono portato ad immaginare una scena del crimine immersa nell’oscurità. Le luci dell’autovettura spente, un silenzio agghiacciante, il buio della campagna che avvolge tutto. I corpi immobili, senza vita.

La realtà è ben altra cosa… immagino che abbiate visto il film Zodiac del 2007.

La prima scena fa venire i brividi, iniziando da quella musichetta inquietante. Sappiamo già come andrà a finire, eppure ci pare di vedere qualcosa di inarrestabile, nella sua semplice quotidianità. Una donna che fa salire un ragazzo in macchina, percorrono diversi isolati, all’ultimo momento cambiano programma, e decidono di non fermarsi al fast food.

Il fato… quante volte una decisione di fare o non fare una cosa, ha portato tragicamente le vittime all’appuntamento inesorabile con la morte.
Le sequenze successive sono un crescendo di ansia terrificante, la macchina dello sconosciuto che prima parcheggia vicino, poi va via, poi ritorna…
Quello che volevo sottolineare è il dopo. L’omicidio è stato consumato, la tragedia è compiuta. Ma non c’è la notte buia, o il silenzio completo, qualcosa continua a battere, ritmicamente.

Ecco il resoconto dei primi rilievi dell’omicidio in questione : Blue Rock Spring Parking Lot.


 


Nell’immagine avevo sottolineato la telefonata ricevuta alle 00.40. So già che sapete tutto, in proposito, mi colpisce quel “Good-Bye”. La telefonista, in un’intervista, dice che non scorderà mai quella voce, monotona ed incolore, e soprattutto quel saluto finale. Gooood, tono alto, e poi Bye a scendere, quasi un sussurro minaccioso.
Il Sergente Rust si reca sulla scena del delitto, un silenzio di morte ? No…

“Questa Corvair aveva le luci anteriori e posteriori accese. La luce lampeggiante a sinistra lampeggiava davanti e dietro. L'accensione era in posizione on, la trasmissione era in prima marcia e il freno a mano non era stato inserito. La radio era accesa. La porta sul lato destro aperta”.

Tutto acceso, come un’astronave aliena parcheggiata; musica, e quel segno artificiale, un pulsare ritmico come il battito del cuore : la freccia sinistra che lampeggia… Il contrasto con i corpi immobili e trucidati di colpi, non potrebbe essere maggiore, coma a Signa.
Anche a Baccaiano poteva apparire una scena come questa, ma il killer ha pensato bene di sparare ai fari, e distruggere le luci di posizione. 
Qui abbiamo la prima marcia inserita, a Baccaiano la retromarcia, qui il freno a mano non inserito, a Baccaiano per tre quarti.


Nel 1974, a Rabatta, il mangianastri era rimasto acceso. Nel libro di Preston "The Monster of Florence", viene riportato che nel giugno del 1981 a Scandicci: "Il delitto era avvenuto poco prima di mezzanotte, e c'era una specie di testimone: un contadino che viveva dall'altra parte della strada. Aveva ascoltato una cassetta di John Lennon “Imagine” proveniente da un’auto parcheggiata nei campi. La canzone era stata interrotta all'improvviso, a metà. Non aveva sentito nessuno sparo [...]". Nel 1983, a Giogoli, nel furgone la radio era accesa.


Frecce che pulsano nella notte, melodie ostinatamente presenti, o bruscamente interrotte. Immagini delle atroci scene dei delitti che si rincorrono, uguali a se stesse, a migliaia di chilometri, e anni di distanza.

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