La ricostruzione della dinamica dei delitti è un’operazione complessa.
Bisogna prendere in considerazione molti fattori, e il risultato finale spesso lascia aperti numerosi quesiti. In particolare, la dinamica dei delitti di Baccaiano e degli Scopeti, è molto dibattuta. Non a caso, in entrambi i delitti, c’è stato un tentativo di fuga, e l’azione si è fatta necessariamente più convulsa. Non mi cimento nell’ennesimo tentativo di ricostruire come sono andate le cose, lascio ai “mostrologi” l’incombenza. Oggi voglio esaminare la ricostruzione del delitto degli Scopeti, fatta da due illustri esperti: Manieri e Segnini.
Due ricostruzioni, quella di Manieri e Segnini, differenti anni luce una dall’altra. Ci sono equilibrismi logici, per spiegare la dannata posizione dei bossoli davanti alla tenda.
Per Manieri, il mostro spara da lontano, dalla scarpatina… e
non si capisce il perché non si sarebbe avvicinato di più (!?). Era forse una
sfida al poligono di tiro ? Voleva far vedere che era bravo ? “Troppo facile da
vicino… non è da me, vediamo se riesco a centrarli da 5 metri”…
In totale, esplode la bellezza di 14 colpi, fatto mai
successo prima, che implica due caricatori, e una perdita di tempo a sostituire
il caricatore. I bossoli, come per magia, caracollano sulla tenda, e come in un
surreale scivolo, si vanno a depositare “gentilmente” davanti alla tenda. Roba
che la carambola, a biliardo, è un’arte primitiva…
Incredibile ma vero, il mostro, pur avendo a disposizione
ancora 3 colpi (9 all’inizio col colpo in canna, + 8 del secondo caricatore - 14 sparati), non
si sa per quale motivo (lui dice se ne tiene 3 di riserva, non si sa mai…),
forse per una sfida “cavalleresca”, decide di rimettere la pistola nella
fondina, e usare il coltello per affrontare il ragazzo… “A noi due, ragazzo”… Ma… dice sul serio ???
Tutto questo, poi, avvenuto alle prime luci dell’alba ! Che
il mostro soffrisse di insonnia ? Quasi tutti i delitti sono stati commessi entro
la mezzanotte, ma qui: “mi sono stufato, proviamo qualcos’altro, famolo strano”…
Manieri dice meno guardoni e meno auto civetta… e magari
qualcun altro che sopraggiunge, aggiungo io. Vedi Iacovacci, che alle 10 vede
arrivare una coppia e poi andarsene, e poi il motorino celeste. Vedi la
Carmignani domenica pomeriggio, anche lei vede un'altra persona sopraggiungere in macchina. Ormai, l’”andazzo”, a quei tempi, era andare in
camporella, o spiare, di giorno !
Manieri nega qualsiasi forma di staging, non sia mai… ma
poi fa un’eccezione “di comodo”, perchè altrimenti non saprebbe come spiegarlo,
dicendo che il colpo ritrovato all’interno della tenda è stato messo lì dal
mostro, come firma ! Se fa Staging, perché allora non ipotizzare che abbia
spostato anche gli altri bossoli, giusto per far impazzire quelli che si
cimenteranno nella ricostruzione della dinamica ?
Riassumendo, spara da lontano, usa due caricatori, di
giorno, e al momento “clou” rinfodera la pistola per usare il coltello, e non dimentichiamo la ciliegina sulla torta : il bossolo come firma… molto
verosimile.
Segnini, invece, ha problemi insormontabili con i bossoli. Lasciando perdere
aloni di affumicatura ed orletti di detersione, per cui lui e Manieri si sono
sbranati a vicenda, ipotizza un mancino che spara col polso piegato. Avete
presente, quei soggetti dei telefilm, quasi sempre afroamericani, che dicono “Ah
bello, sgancia la grana”. Quei tizi pieni di tatuaggi, pettinatura da rasta,
che quando ti parlano, distendono pollice, indice e mignolo, con fare
minaccioso, chiamandoti “zio”…
Spara così, accucciato, ma i conti non tornano, e ci sono
rimbalzi vari dei bossoli sull’albero, anche qui carambole provvidenziali. Il
ragazzo esce, ha una breve colluttazione col mostro, e lo fa cadere (che fine
ignominiosa per una Silver Star), oppure il mostro si assenta per un po’, non
per bisogni fisiologici, ma per controllare, dopo la prima raffica, ed il
ragazzo, che si era finto morto, scappa. Il mostro cioè, dopo la prima scarica di proiettili,
come ha del resto fatto quasi sempre, si ferma un attimo per un bilancio. Solo
che qui non gli basta stare un attimo ad ascoltare, in silenzio, decide di
farsi una passeggiatina…
Se non lo sapete, si tratta di un mancino, che però vibra
fendenti al ragazzo con la destra… ma allora qual è ‘sta benedetta mano
dominante ? Troppo facile usare sempre quella dominante ? E’ eclettico, il bastardo,
ha mille risorse, e si sente magnanimo : “Voglio darti una possibilità, ragazzo, uso
l’altra mano, e quella buona la tengo dietro la schiena”.
Ma, in caso, come ultima risorsa, si può optare per un mancino contrastato… e se questo non basta, trasformiamolo pure in ambidestro…
Avevo proposto a Segnini, via mail, di esaminare l’ipotesi JB. Gli ho mandato un sacco di materiale, ma la prima cosa che mi chiese fu “E’
mancino ?”. Risposi che non mi pareva, e che Amicone diceva che era
destrimane. Per non parlare delle innumerevoli occasioni in cui gli
anatomopatologi hanno chiaramente indicato il soggetto come destrimane. Non
l’ho più sentito…
Particolare interessante, e non di poco conto, è che
nessuno dei due dia una spiegazione dello squarcio sulla tenda. Cecità
selettiva forse…
Manieri, con la sua disinvolta dialettica, svicola, dicendo
che il taglio non c’era al momento del delitto. Non c’era ??? L’ha forse fatto
Santucci, che se la faceva sotto dalla paura ? Che sia stata la Carmignani, per
far uscire l’odore dalla tenda ? Qualche curioso che, sebbene la zanzariera era
aperta, decide di dare un’occhiatina, squarciando l’altro lato ?
E sapete qual è la frase preferita da Manieri ? “Tutto
quello che non è dimostrato, non esiste”. Frase sibillina, ma che qui calza
alla perfezione, in un ipotetico dialogo : “Mi hai forse dimostrato, TU… che il
taglio non sia avvenuto dopo ? ” In effetti, come faccio a dimostrarglielo… il
buon senso si vede che non è più di casa… e prosegue trionfante “Deinde,
siccome non puoi dimostrarmi che sia stato il mostro, NON è stato il mostro “.
Socrate, i Sofisti al completo, ed Aristotele con il suo sillogismo, rimangono
letteralmente a bocca aperta…
Segnini non ho letto cosa dice in proposito, come
spiegazione, ma dalla sua dinamica non è stato il mostro a squarciare la tenda,
non ho voglia di andare a sorbirmi ancora i suoi tre lunghissimi video…
Tanto tempo fa vidi un video, o era un film… quegli ingenuotti facevano vedere
il mostro che arriva da dietro, e tagliava la tenda. Assurdo ! Che fessacchiotti... adesso siamo
molto più sofisticati, nella ricostruzione, non ci facciamo prendere per i
fondelli; poi ho riletto la perizia De Fazio. Anche qui numerosi errori : foro
d’uscita del proiettile dietro la tenda scambiato per foro d’entrata, il mostro che, non si sa come, fa tutto
dentro la tenda… solleva un seno, come un indiano con lo scalpo, mentre il
sangue gocciola sulla ragazza. Dice che escinde prima il seno. Non che sia per
forza un errore, ma il suo collega, Maurri dice l’opposto, prima il pube… mettetevi d'accordo. Uno dei due, non ricordo chi, non si avvede
del proiettile ritenuto sotto il pettorale sinistro di Nadine. Ne hanno fatte
di cotte e di crude, insomma, ma qualcosa l’avranno pur imbroccata no ? Non
fosse altro che per la teoria delle probabilità. C’è un’interessante considerazione di De Fazio
sullo squarcio della tenda.
“È da ritenere che il reo, giunto probabilmente sul posto
con mezzo mobile lasciato parcheggiato a margine della strada comunale che
costeggia su di un piano più basso la radura del delitto, abbia prima
accortamente studiato il luogo di intervento, decidendo di operare sulla tenda
dalla parte posteriore (elemento sorpresa) aprendosi un varco nel telo con uno
strumento tagliente (verosimilmente la medesima arma bianca usata per le
successive operazioni). Egli deve tuttavia aver trovato, quale fatto non previsto,
il secondo telo di riparo, (il che deporrebbe per una non piena dimestichezza
con tende da campeggio), che da un lato avrebbe impedito l’accesso all’interno,
dall’altro avrebbe evocato l’allarme degli occupanti.”
Ecco, l’elemento sorpresa ! Abbiamo una tenda, verosimilmente illuminata
dall’interno, e due ragazzi che stanno facendo l’amore. Fa caldo, la zanzariera
ha la cerniera tirata giù, come dev’essere. Entra un po’ d’aria, ma non le
zanzare. Mi metto nei panni del mostro. Se arrivo dal davanti, dove c’è la
zanzariera, li vedo perfettamente, e posso mirare bene, MA… anche loro possono
vedermi, e sentirmi avvicinare. Non sono sicuro di non fare rumore, rischio di
non arrivare abbastanza vicino, prima di sparare. Non si tratta, come le altre
volte, di una macchina, chiusa, gli ci vuole un attimo ad aprire la zanzariera
e scappare, magari in due direzioni opposte.
Devo sfruttare l’elemento sorpresa (come mi hanno insegnato
al corso, in Vietnam). Decido di approcciare da dietro la tenda. Non mi vedranno di
sicuro, e la tenda attutirà eventuali rumori di avvicinamento. Devo essere
rapido, stanno amoreggiando, e hanno i riflessi appannati. Sferra un colpo violento alla tenda: ZAAAC… ma… dannazione, c’è un altro strato !
“Cos’è stato ? Hai sentito anche tu ? Sì, mi pareva venisse
da dietro… Ne sei sicura ? No lo so… ho paura…”
Attimi di indecisione, fatali; come una belva sanguinaria, il mostro era già davanti alla tenda...
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