Prendo come base la perizia medico-legale del 13 maggio 2009 dei Dottori Bison, Robino e Varetto, che potete scaricare qui.
“La stampa popolare e gli scrittori di romanzi gialli
tendono a far credere che il patologo possa determinare l’epoca della morte con
precisione e accuratezza. Sfortunatamente,
nulla è più lontano dalla realtà. Senza che la morte sia testimoniata o
registrata … tutto ciò che si può dire con una qualche sicurezza è che la morte
è avvenuta in qualche momento compreso tra l’ultima volta che la persona è
stata vista viva e la scoperta del cadavere. … La ricerca di un metodo
affidabile che permetta di calcolare l’ora della morte è divenuto una sorta di
ricerca del Sacro Graal
della patologia forense. …”.
La scienza ci può dare un “range probabilistico”, mai una certezza, e più la
morte è lontana, nel tempo, più questa forbice si allarga.
Come nell’omicidio di Garlasco, feroci polemiche sulla
datazione dell’ora della morte hanno accompagnato anche l’omicidio dei due
francesi a Scopeti, nel 1985, commesso dal Mostro di Firenze, e là si trattava
addirittura di retrodatazione di 48 ore !
Gli autori della perizia esprimo chiaramente questo
concetto.
“Il problema dell’accertamento dell’epoca della morte è oggetto di discussione nella
comunità scientifica medico-legale da secoli e non è ancora risolto.
I contributi di letteratura e l’esperienza quotidiana ci insegnano come anche i
più raffinati (e spesso complicati) metodi di valutazione siano caratterizzati
essenzialmente dalla
fallibilità dei risultati.”
La temperatura rettale di Chiara era di 33.1° alle 17.00. Esistono numerosi metodi per estrapolare l’ora della morte, data la temperatura ambientale di 23°, in base al raffreddamento progressivo del cadavere. Alcuni metodi prendono in considerazione la superficie su cui poggiava il cadavere, i vestiti etc. Gli Autori ne prendono in considerazione cinque, e propongono la seguente tabella.
Come vedete, c’è da diventare matti, e per il metodo Henssge (il più applicato) c’è anche la complicazione che non era noto il peso di Chiara, probabilmente di 50 kg.
Il punto su cui gli autori insistono, è che ci sono margini di errore molto ampi, e questo vale per ciascuno dei metodi considerati. Anche quando c’è un unico orario, 10 col Moritz B e 12.30 col Moritz A, va sempre applicato un range (intervallo di confidenza), la famosa campana di Gauss.
Seguendo il metodo Hensgge, con i calcoli ottenuti nel primo sito, si ha
un valore di 7.1 ore, cioè le 10.00 circa, ma il range al 95% va dalle 7.00
alle 12.30 !
Un’immagine, presa dalla perizia, vale più di mille parole.
Gli Autori non a caso prendono 20 casi. Immaginate che ci siano 20 cadaveri con la stessa temperatura rettale (33,1°) e la stessa temperatura ambientale (23°) alle 17.00. In un caso, quello all’estrema sinistra, la vera ora della morte è addirittura dopo le 12.30 ! E’ possibile, solo per la variabilità statistica, e la precisione del metodo, che in 1 caso su 20 l’omicidio sia avvenuto prima delle 7, oppure dopo le 12.30.
Voi direte, ok, ma se consideriamo la fascia centrale, intorno alle 10.00, le probabilità che siamo nel vero aumentano. Corretto, ma non crediate che la probabilità aumenti di molto… gli Autori scrivono:
"In sintesi, applicando il metodo di Henssge, possiamo ritenere che la morte di Chiara Poggi sia avvenuta tra le ore 07.00 e le ore 12.30 circa con il 5% di possibilità di errore e tra le ore 09.00 e le ore 11.00 con una possibilità di errore enormemente superiore."
Tra le 9.00 e le 11.00 si “contano” 9 cadaveri su 20, che tradotto è un 45% di essere nel giusto, meno della fatidica monetina ! E per chi ritiene, come me, Stasi colpevole, il range 9.00-11.00 “abbraccia” l’orario 9.12-9.36 in cui non aveva l’alibi del PC.
Gli Autori scrivono:
Tradotto, partendo dalle 17.00, si ottiene, per l'esattezza: 7.06 - 12.42 ! E
tutto questo senza considerare, come fanno notare i periti, che ogni misurazione è soggetta ad errore,
quindi anche la temperatura rettale di 33.1°, l’ipotizzata temperatura di 37°
di Chiara, la temperatura ambientale di 23°…
Gli Autori poi esaminano altri dati, come
l’esame del succo gastrico e parametri tanatocronologici, ma in sostanza questi
non aggiungono nulla, e concludono la perizia :
“In conclusione, il riesame del caso ci porta a ritenere non valutabile con
precisione l’epoca della morte, se non affermando che essa avvenne nel corso della mattinata del 13
agosto 2007.”
Mi pare la conclusione più onesta, che accontenta ma nello stesso
tempo delude tutti ! Abbiamo un’ampia finestra, la "mattinata", che comprende anche il famoso
intervallo 9.12-9.35.
Mi permetto un paio di considerazioni di parte, dal tono un po' polemico… per coloro, come Lavorino, che “scientificamente” (!) sono
sicuri che la morte sia avvenuta fra le 11 e le 11.30.
1) Stasi chiama Chiara alle 9.45, e poi tra le 10.46 e le 10.48 fa ben 7 telefonate ! Il
primo poteva anche essere stato uno “squillo”, come avevano l’abitudine di fare
i due piccioncini… ma le successive telefonate ? Nessuna risposta ?
Indipendentemente da a chi abbia aperto alle 9.12, Chiara non chiama il suo “tatino”,
o “tatone” per due ore ? Vi pare possibile ?
2) Chiara era in pigiama. Ha fatto colazione, ha aperto la porta alle 9.12 non si sa a chi... forse al postino ? Poi cosa fa ? Sta due ore senza far niente ? Lascia le persiane di tutta la casa abbassate ? Amava forse vagare nella penombra ? Non tira giù le tende esterne come facevano i Poggi ogni mattina ? Non telefona al suo "tatino", nè risponde al telefono ? Non chiama la nonna, che Stasi stesso ha detto che aveva intenzione di andare a trovare ? Non accende il PC ? Nulla di nulla, ma daiii...




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