Il sogno premonitore

 

 

“Il sogno”, Salvator Dalì (1931).

 

Il sogno, l’incubo, a volte sono premonitori… leggete questo interessante articolo, che analizza le ipotesi scientifiche sulla loro genesi.

Francesco Amicone dice che dopo aver studiato il caso del MdF, che gli appariva già morto, senza sbocchi, ebbe un sogno premonitore, molto vivido. Successivamente, imbattendosi nella testimonianza di un americano, al processo, il puzzle sembrò ricomporsi.

 

Molti lo prendono in giro, per questo, ma io gli credo. Vi è mai capitato, a scuola, di affrontare un problema apparentemente insolubile, e poi al mattino, dopo una bella nottata di sonno profondo, la soluzione vi appare davanti, limpida, e vi domandate come avete fatto a non pensarci prima ? A me sì, più di una volta.

Non c’è solo il conscio, c’è anche il subconscio, e l’inconscio. Senza addentrarsi nel monumentale lavoro di Freud, Io, Es e Super-io, le nostre percezioni sono costantemente su almeno due livelli. C’è il nostro io, razionale, che ragiona, o almeno dovrebbe… ma c’è anche una percezione involontaria, del mondo che ci circonda.

Il subconscio non segue la logica, ma non vuol dire che sia illogico, coglie aspetti che all’io razionale sfuggono, ed è la sua caratteristica peculiare. Raramente si sbaglia ! Un esempio, credo, noto a tutti, è il linguaggio del corpo. Una persona può “apparirvi” simpatica, per il suo modo spigliato e accattivante di parlare, ma “percepite” che non è così, e inspiegabilmente vi sentite a disagio.

In questo blog ho più volte parlato della Psicopatia, e una curiosa sensazione, comune a tutti quelli che si rapportano con uno psicopatico, è che si sentono a disagio, addirittura avvertono un’inquietudine, quasi una minaccia, che non sanno spiegarsi. Gli scienziati hanno studiato il fenomeno, e hanno confermato che bisogna, in questo caso, fidarsi ciecamente dell’ ”istinto”, perché è l’unico capace di suonare un campanello d’allarme, per la nostra coscienza, che può magari salvarvi la vita.

Perché succede questo ? Perché l’inconscio coglie particolari, la postura, il modo esagerato di gesticolare, magari uno sguardo che stranamente pare vuoto, che noi razionalmente non percepiamo, e a cui non facciamo caso.

Quando analizziamo una vicenda estremamente complessa, come quella del MdF, ci sono letteralmente migliaia e migliaia di dati che bombardano la nostra coscienza. Date, luoghi, testimoni, caratteristiche delle SDC, balistica, alibi, prove, controprove, un ginepraio. Non ce la facciamo a gestire tutto, contemporaneamente.

Leggete la richiesta della SDM, del 3/7/1982, indirizzata al comandate del nucleo operativo CC e al dirigente della squadra mobile, in cui richiede (riassumo):

a) censimento delle pistole semiautomatiche cal.22 marca Beretta serie 70, poste in commercio dalla data di fabbricazione al settembre 1974.

b) censimento delle persone detenute presso carceri o ospedali psichiatrici da settembre 74 a giugno 81.

c) censimento di tutti gli ospedali psichiatrici, divisioni neurologiche, case di cura per malattie mentali.

d) censimento dei frequentatori dei poligoni di tiro.

e) indagine sulle persone emigrate da Borgo san Lorenzo nel corso dell’anno 1974.

f) indagine sulle persone di cui alla nota 24 giugno (vedi allegato E)

g) indagine sulla distribuzione del farmaco Norzetam.

h) identificazione ed esame dei c.d. guardoni della zona di Montespertoli.

i) interpellare i medici specialisti in malattie nervose.

Il punto  “l” ve lo mostro direttamente, l’immagine viene dal mio post, “Matrice anglosassone”, che vi consiglio di leggere.



m) accertare, tramite la polizia scientifica, se i bossoli delle varie SDC appartengano al medesimo lotto.
n) interventi nei luoghi frequentati da guardoni.

 

Un bel po’ di roba, vero ? Tanto è vero che ha dato da lavorare agli inquirenti per decenni. Avete letto tutto con attenzione, sembrano provvedimenti estremamente logici e razionali. Pistole, detenuti, ospedali, poligoni di tiro, il Norzetam, guardoni, medici specialisti, altri casi simili, bossoli, sorveglianza dei luoghi. Il cervello vi fuma… pensate ai guardoni, ma anche a pazzi, a frequentatori di poligoni. Vi costruite una vostra ipotesi, o magari più di una, e valutate i pro e i contro. Poi passate ad un altro documento, e non ci pensate più.

Il giorno dopo vi alzate di malumore, avete fatto un brutto sogno. Eravate a New York, chissà poi perché… questi sogni. Times Square, un caleidoscopio di luci e di insegne luminose, ma era una notte piovosa, senza luna. C’era poca gente in giro, e avevate paura di qualcosa… ma non sapevate esattamente cosa, c’era qualcuno che vi spiava, stando nell’ombra.

Vi mettete a fare colazione, e all’improvviso vi fate una domanda: “Ha detto: nello stato italiano od all’estero ?” O all’estero ? E perché all’estero ? Dopo vado a ricontrollare, ma mi pare proprio così; se non sbaglio ha nominato anche l’Interpol… sta a vedere che era un americano…
Quella piccola aggiunta, nella richiesta della SDM, al punto l, di cercare anche all’estero, vie era completamente sfuggita. A voi, ma non al vostro subconscio, che ha rielaborato il tutto, e ve l’ha presentato sotto forma di un incubo.

 

Concludo con i versi inziali del “Faust” di Fernando Pessoa.

 

“Ah, tutto è simbolo e analogia!

Il vento che passa, la notte che rinfresca

sono tutt’altro che la notte e il vento,

ombre di vita e di pensiero.

Tutto ciò che vediamo è qualcos’altro.

L’ampia marea, la marea ansiosa,

è l’eco di un’altra marea che sta

laddove è reale il mondo che esiste.

Tutto ciò che abbiamo è dimenticanza.

La notte fredda, il passare del vento

sono ombre di mani i cui gesti sono

l’illusione madre di questa illusione.

Tutto trascende tutto

ed è più e meno reale di quello che è".


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