Il Testimone

Mi ero sempre chiesto se c’erano delle statistiche sull’affidabilità delle caratteristiche rilevate nelle varie testimonianze.

 

Quali caratteristiche sono più affidabili, in un identikit ? Quali descrizioni del soggetto dipendono meno da fattori quali la distanza fra osservatore e soggetto, l’illuminazione, l’angolazione (se si è su un piano orizzontale o meno), dal colore dei vestiti del soggetto etc. etc. ?

 

Intuitivamente do più peso alle caratteristiche “qualitative”, esempio colore degli occhi, dei capelli, se è magro o grasso, se ha segni distintivi, come un tatuaggio. Risposte sì/no, presente/assente. Se il testimone mi dice che ha la pancetta, devo credergli ! L’ha notata. Se mi dice che è stempiato, o ha le sopracciglia folte, idem.

Quando invece entrano, nella valutazione, caratteristiche “quantitative” come l’altezza o il peso, le cose si complicano, molto. Il testimone può dirmi che è grasso, OK, ma se gli chiedo quanto pesava, ecco che entra in gioco la valutazione quantitativa. Anche l’alto o basso vanno bene, specie se il soggetto è vicino e posso giudicare se è alto più o meno di me, ma se è distante, come vedremo, è devo giudicarne l’altezza, tutto cambia.

 

I quest’articolo, che riporta il lavoro di Lindsay (2008) vengono presi in considerazione tre parametri : altezza, peso, età, e viene descritta anche l’accuratezza dell’identificazione, ma a me interessa solo la parte riguardante i tre caratteri, così frequenti nelle descrizioni di Zodiac e del MdF.

 

Lindsay e collaboratori (2008) hanno raccolto i dati su più di 1300 osservatori andando a verificare come la distanza tra testimone e soggetto da riconoscere potesse influenzare non solo l’accuratezza dell’identificazione ma anche la stima di parametri utili all’identificazione stessa (peso, altezza età), a diverse distanze. In questo lavoro, i partecipanti assistevano ad una scena reale in cui un soggetto, che poteva essere posizionato a diverse distanze, usciva da un nascondiglio mostrandosi per alcuni secondi. Successivamente veniva chiesto di stimare peso, altezza ed età del soggetto e di giudicare se fosse identificabile tra i soggetti mostrati in alcune fotografie (line-up fotografico). L’accuratezza delle stime e dell’identificazione poteva essere verificata subito dopo l'evento o a distanza di tempo dall’evento (24 ore). Ad esempio, a 20 metri di distanza è stata rilevata una percentuale di identificazione corretta (di volti noti) pari al 38%. Si noti che la “distanza dall’evento” considerata in questo studio era pari a sole 24 ore. Questi dati dimostrano come l’accuratezza nell’identificazione di un volto, a più di 20 metri di distanza, sia molto scarsa (Lindsay et al., 2008) e questo è ancora più importante se teniamo presente che la ricerca è stata condotta in condizioni di illuminazione ottimali.

 

In questa ricerca, oltre all’analisi relativa alla identificazione delle facce in funzione della distanza è anche stata indagata l’accuratezza nella descrizione di alcuni attributi come altezza, peso ed età del soggetto (ad esempio “la figura che ho visto è quella di un uomo di circa 60 anni alto 1.80 mt e del peso di circa 80 chili”). Gli autori, per quanto riguarda l’accuratezza nella descrizione di questi attributi riportano i seguenti risultati:

 

- l’accuratezza della stima dell’altezza di un target a una distanza superiore a 20 metri non superava il 60%, anche considerando criteri molto elastici di attribuzione di una risposta corretta.

 

- l’accuratezza nello stimare il peso posto a una distanza superiore a 20 metri era pari a circa il 60% (risultato usando una approssimazione di 10kg);

 

- l’accuratezza della stima dell’età di un target a una distanza superiore a 20 metri era pari a circa il 43% (risultato usando un’approssimazione di 10 anni).

 

In pratica, questi dati indicano che un soggetto di 50 anni, 90 kg e alto 1,80 m potrebbe venire descritto, se visto ad una distanza superiore a 20 metri, come un soggetto di 40 anni, di 100 kg e alto 1,70 m. Quindi questa ricerca dimostra che due figure umane caratterizzate da corporature molto diverse possono essere descritte in maniera molto simile se vi è un certo grado di distanza tra testimone e soggetto che deve essere riconosciuto (almeno 20 metri).

 

Dallo studio originale di Lindsay (2008).

 

La percezione della distanza produce spesso sottostime (Witmer e Kline 1998; Wright 1995). Wiest e Bell hanno riportato una sottostima media della distanza del 15%. Questo suggerisce che i testimoni possono spesso sottostimare la distanza effettiva tra loro e i criminali, sebbene la stima su cui si fa affidamento nel contesto criminale venga ricordata, piuttosto che percepita.

I risultati precedenti erano basati sulla percezione della distanza, nell’immediatezza. La ricerca sulla memoria per la distanza suggerisce che le stime della distanza ricordata sono meno accurate dei giudizi percepiti sulla distanza (Wiest e Bell 1985). Una spiegazione per questo effetto è che la distanza viene “ri-percepita” quando l’informazione viene recuperata dalla memoria, utilizzando gli stessi principi della percezione della distanza (ad esempio, Kerst e Howard 1978). L'affermazione è che l'informazione immagazzinata rappresenta una sottostima e quando viene ripercepita genera un'ulteriore sottostima (forse del 15%) della distanza effettiva.

 

Nello studio, un soggetto esce da un nascondiglio, a varie distanze, si mostra per 10 secondi, e poi si nasconde. Nello studio si considera breve distanza, inferiore a 20 metri, e lunga distanza, superiore a 20 metri.

 

 

Note mie.

 

1) I testimoni sottostimano considerevolmente la distanza dal soggetto, un 15%, che può salire al 30% dopo solo 24 ore ! Per esempio, se dice che era a 15 metri, potrebbe essere stato a 20 metri.

 

2) I range prescelti nello studio, sono “entro”, quindi PIU’ O MENO ! Il range 10 cm vuol dire che si può sbagliare di più o meno 10 cm, e quindi, in totale è di 20 centimetri. Esempio se dico che era alto 1,85, indovino, cioè sono accurato, se era alto da 1,75 fino a 1,95 !

“Because the size of these ranges is arbitrary, analyses were performed with accuracy defined as within (plus or minus) 2, 5, or 10 cm, kg, and years.”

 

2) L'accuratezza globale, raggruppando lunga e corta distanza, è scarsa ! Un 68% per altezza e peso e 46% per l'altezza.


3) La distanza è più importante, nell’ordine, per Altezza, Peso, Età. Infatti gli asterischi (significatività al 5%) sono presenti in tutte e 3 i range scelti (2-5-10 cm) per l’altezza, in due range (2-5 Kg) per il peso, e in nessuno per l’età.

 

4) Considerando i 3 intervalli più ampi (10 cm - 10 chili - 10 anni), il parametro meno preciso è l’età (!), 46,1%, anche se è quello che dipende meno dalla distanza. Il più preciso è il peso.

 

L’altezza è la più influenzata dalla distanza ! Un 67,8% delle testimonianze ricade nel range prescelto, e un 32,2% addirittura erra di più di 10 cm. Ciò vuol dire che quasi 1/3 dei testimoni si sbaglia di più di 10 cm ! Un 61,1% si sbaglia di più di 5 cm, e un 74,5% si sbaglia di più di 2 cm.

 

Il peso è la caratteristica più precisa di tutte, ed è meno influenzata dalla distanza dell’altezza. Un 31,6% si sbaglia di più di 10 kg.

 

L’età è la meno precisa di tutte, ma risente meno di tutte, della distanza. Ben il 53,9% si sbaglia di più di 10 anni !

 

5) Tutto questo di giorno, con illuminazione ottimale, figuriamoci cosa viene fuori di sera, o di notte…


Morale della favola ? Diffidate delle testimonianze, per quanto riguarda l’altezza, o l’età. C’è sempre un grosso margine statistico di incertezza. Il peso è già più affidabile, ma comunque è meglio se ci sono delle caratteristiche qualitative particolari, nella descrizione. 

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