Lunga diatriba con utenti FB e Youtube. Come credo sappiate, nella lettera alla Della Monica, l’autore, per scrivere il CAP di Firenze, ha usato una “I” maiuscola, “50I00”, e non un 1, “50100”.
Questo è un dato oggettivo, ed è veramente sorprendente, dato
che nella rivista c’è abbondanza di numeri 1.
Le ipotesi del perché l’abbia fatto, possono essere varie.
Ecco una carrellata, comprendente ipotesi “fantasiose” di utenti FB.
1) L’autore è un anglofono, in quanto nei paesi anglosassoni, molto spesso viene usata una “I” maiuscola, il numero romano, al posto dell’”1”.
2) L’autore è un soggetto abituato a scrivere a macchina, e
specie in macchine da scrivere vecchie, non esisteva il tasto “1”, per cui
bisognava battere una “I” maiuscola, o una elle minuscola.
3) Un utente FB dà un'interpretazione "loco-regionale"... "L’autore è di origini sarde, e ha timore di sbagliare, o eccedere con le doppie, un fenomeno chiamato “ipercorrettivismo”, e ciò spiega la “B” mancante di “REPUBLICA”. Lo stesso soggetto, si rammenta dei numeri civici della case, che usano numeri romani, esempio “I” o “II” o “III” ".
4) Un altro ci fa sapere che : "Un amico del presentatore/mostrologo Mencaccini, ha fatto il classico, e si è letteralmente innamorato dei numeri romani, tanto da impiegarli appena può".
5) Secondo una cima..."La “I” ha un non meglio precisato valore simbolico,
nell’ambito del pensiero magico". Da notare che l’utente FB, messo alle strette,
sbotta : “Ma che me frega del perché ha messo una I”…
6) Possono essercene altre, di spiegazioni, basta non cadere
nel ridicolo.
Se permettete, prendo in considerazione sole le prime due
ipotesi, che mi paiono logiche, razionali e semplici (Occam).
1) Gli anglofoni, come spero sappiate, usano spesso, quasi correntemente, nelle
loro mail, scritti, resoconti finanziari, etc. la “I”, numero romano, al posto dell”1”, numero arabo. Ecco un link in proposito.
Un esempio che dovrebbe tagliare la testa al toro, è la foto sotto, il
manifesto ufficiale (!) delle Olimpiadi di Los Angeles del 1932, tratto
addirittura da Wikipedia, in cui, oltre al “I932”, c’è anche il “AUGUST I4”.
Ma ce ne sono altre…
Ovviamente, in altre immagini compare invece “1932”, così come tutte le banconote in dollari, di taglio da 1, 10, 100, 1000 (ritirate nel 1969) hanno l’1, e
così le quotazioni di Wall Street, le Olimpiadi di Los Angeles del 1984, qualsiasi
scritto, in inglese, a valenza internazionale.
Non sto dicendo che usano il numero romano sempre, ci
mancherebbe, ma lo usano nel “quotidiano”, e soprattutto lo facevano tempo fa,
osservazione questa da non sottovalutare: implicherebbe un soggetto di una
certa età…
Una domanda che a me pare “retorica” ma che ho fatto, invano
su FB e YT è questa : “Quale paese, al di fuori dell’area anglosassone,
scriverebbe in un manifesto ufficiale di un Olimpiade “I932” ?” Quasi nessuno,
ovviamente, e con questo il discorso dovrebbe essere chiuso.
Evidentemente non per tutti… l’irriducibile Manieri obbietta :
“sono solo sue valutazioni, in Italia, per esempio, in quel
periodo si indicava l'era fascista e la cifra 1 era fatta con la "I",
quindi, secondo lei, nell'Italia fascista c'era una cultura anglosassone?
Come vede, per un esempio pro ipotesi se ne può sempre fare
uno contrario, perchè le ipotesi non si riferiscono a dati oggettivi ma
all'interpretazione soggettiva che si dà dei dati. Nella Germania nazista la
runa "I" (runa Isa) era molto utilizzata e quindi?
Vede che le sue sono solo fantasie dettate da innamoramento
verso una tesi?
Negli anni trenta sia l'Italia fascista che la Germania
nazista faceva ampio uso della lettera "I" usata come un numero e
nello stesso tempo con un significato simbolico e magico, altro che cultura
anglo sassone!”
Stiamo parlando di un manifesto ufficiale di un Olimpiade, Manieri non coglie,
o fa finta di non cogliere, la differenza.
La mia risposta : “E chissà come mai in tutti i
manifesti/locandine delle Olimpiadi di Berlino, c'è scritto "1936"... con l'1 e non la I."
Sia nel 1936 che 1-16 AUGUST, ci sono degli 1, com’è logico che sia, in un paese dell'Europa continentale, non ha replicato…
Un altro esempio, più recente ? Olimpiadi di Londra del 1948.
Anche qui, "I948" e "I4 AUGUST", curioso, la stessa data delle olimpiadi del 1932. Certo che questi anglosassoni amavano particolarmente la “I”…
logico che adesso si siano “messi al passo” con gli altri paesi, e usano l’1.
2) Ipotesi soggetto abituato a scrivere a macchina. Benissimo…
ma iniziamo a mettere dei distinguo. Quale macchina da scrivere ? Fino a
quando, nelle macchine da scrivere NON era presente il tasto 1 ?
L’Olivetti lettera 22 era una delle macchine da scrivere più
comuni. Venne prodotta dal 1950 al 1963. La usavano personaggi famosi, come
Pasolini, Montanelli, Biagi. Qui un link per le
caratteristiche di numerose macchine da scrivere Olivetti.
Notate ? Manca l’1 e manca pure lo 0 (zero). Per fare un 1 si
doveva battere quindi una I maiuscola, o una elle minuscola, e per fare uno
zero bisognava battere una O maiuscola ! La prima Olivetti, di largo uso, con l’1 ma
non lo 0 è la Studio 45, prodotta nel 1967.
Manieri, in questo recentissimo video, al
min min 55.15
“Ma io ho dimostrato, in un mio post che ho pubblicato sulla
mia bacheca FB, che c’è un documento, che è la lista di tutte le persone
segnalate anonimamente, dopo il delitto dell’84, scritta, dattiloscritta dalla
SAM, dove c’è un elenco di un paio di centinaia di nomi, dove i numeri sono
fatti indipendentemente utilizzando o una lettera I maiuscola, per dire 1, o la
cifra 1. Vuol dire che aveva la macchina da scrivere con il tasto dell’1, ma
chi l’ha fatto, che non era di cultura anglosassone, alla posizioni 181, che
corrisponde ad un certo medico perugino, il 181 è scritto I maiuscola, 8, I
maiuscola. Il 180 è scritto 1, 8, zero. Ma zero per modo di dire, perché sulle
macchine da scrivere, il tasto zero non c’è, è la O. Allora, se usi la “I” sei
anglosassone, se usi la O cosa sei ?”
Sono andato a vedere il documento,
del 1984. Consta di 16 pagine, e ci sono 254 nomi. Mi sono preso la briga di
contare gli 1 e le I… tanto, da pensionato, ne ho di tempo libero.
In totale ci sono 773 fra 1 e I, e precisamente 587 uno e 186 I. La percentuale degli uno è del 75,9%
e viceversa, quella delle I 24,1%. In soldoni tre 1 per ogni I.
Dall’analisi, emerge chiaramente che a compilare il documento
hanno concorso due soggetti diversi (carabinieri probabilmente).
Il soggetto A ha battuto 388 uno e nessuna I. Il soggetto B ha
battuto 199 uno e 186 I. Il primo ha quindi una percentuale del 100% di 1, e il
secondo batte l’1 nel 51,7% dei casi e la I nel 48,3%.
Analizzando nello specifico il soggetto B… quando batte i
numeri che riguardano anno, mese e giorno, usa l’1 solo nel 25,3% e la I nel
74,7%, mentre quando batte i numeri che riguardano il numero dell’elenco del
soggetto o il suo numero civico di casa, batte l’1 nel 61,7% e la I nel 38,3%.
Riassumendo, usa la I per la data nel 74,7%, ma usa la I per
il numero solo nel 38,7%. Una differenza notevole !
Se il soggetto A fosse stato il MdF, visto che il CAP è un
numero, e non una data, non avrebbe usato mai una I, mentre se lo fosse stato
il soggetto B, avrebbe usato un I solo nel 38,7%.
Due soggetti sono pochissimi, per trarre conclusioni
statistiche, ma se volessimo fare una “media” fra i due, avrebbero usato una I
per il CAP nel 19,35%.
Per i “fautori” dell’ipotesi anglofono, sembra un grosso
successo, cioè un italiano, abituato a scrivere a macchina, userebbe una I in
meno del 20% dei casi, contro un probabile 100% di un anglofono, ma… c’è un
grosso ma, grande come una casa.
In Medicina c’è un parametro importante, il valore predittivo,
positivo o negativo. Il valore predittivo positivo (VPP) ci dice la probabilità
che una persona sia malata, contando sensibilità e specificità del test, ma considerando
anche la prevalenza della malattia nella popolazione in esame.
La formula è la seguente :
VPP = (sensibilità x prevalenza) / [(sensibilità x prevalenza) +
(1-specificità) x (1-prevalenza)]
Complicato ? Cercherò di rendervelo semplice.
Mettiamo che la probabilità che un italiano usi una I sia del
19,35% (come i due carabinieri sopra), e che la probabilità che un americano
usi la I sia del 100%. Il problema è… quanti italiani e quanti americani ci
sono ?
Dai dati ISTAT 2023, i residenti americani in Toscana erano lo
0,0634 % della popolazione, e cioè questa è la prevalenza degli americani nella
popolazione generale.
Prendiamo 10.000 soggetti, avremo 9994 italiani e 6 americani.
Se il 19,35% degli italiani usa una I, avremo 1812 (arrotondo)
I “fatte da italiani” contro 6 I “fatte da americani”, cioè la probabilità
che sia una I fatta da un americano è di 6/1818, cioè solo lo 0,33%.
Praticamente la I è stata fatta da un italiano quasi sempre !
Se chiedete a qualsiasi esperto di statistica, vi dirà che per
fare delle inferenze, occorrono almeno 30 dati/soggetti, non certo due !
Tutto questo discorso per darsi clamorosamente la zappa sui piedi ? Vediamo
di fare qualche considerazione che “alzi” in modo determinante, direi
definitivo… le quotazioni della tesi anglofono.
Stiamo ipotizzando soggetti abituati a scrivere a macchina, ma
devono proprio essere abituati… scrivere un volume impressionante di parole,
con una macchina da scrivere priva dell’1. Vedete che iniziano ad aumentare il
numero delle variabili ? Occam inizia a storcere il naso…
1) Abituato a scrivere a macchina, una grossa mole di pagine…
2) Macchina da scrivere priva dell’1.
Quando aggiungete una variabile, le probabilità che entrambe
siano presenti, scemano paurosamente, si tratta di ordini di grandezza.
3) Un’altra considerazione fondamentale, non stava mica
scrivendo a macchina, il MdF !
Tutto quel popò di discorso di prima, con statistiche (molto approssimative)
etc. andrebbe bene se fosse stata una lettera scritta a macchina. Invece erano
dei ritagli di una rivista… ed è una differenza come il giorno e la notte.
Non è il dito, che è abituato a cercare la I, una sorta di
“abitudine/memoria tattile” e la batte quasi a occhi chiusi… qui sta sfogliando
la rivista, prende in mano le forbici e… ti va a ritagliare proprio una I. Con
decine di 1 in bella vista !
Cioè… mister X… che scrive tonnellate di pagine con una
macchina vecchia, ignora bellamente gli 1, di tutti i tipi e colori, per andare
a cercare una I, di un font molto più alto dei rimanenti 4 numeri ? Un font che
“stona”, e sembra un obelisco in una piazza.
Ma che… era forse sotto ipnosi ? 1… a sì… cerco la I… come un
robot. Era forse cieco ?
Guardate un campionario di quanti 1 c’erano nella rivista !
Quello del 1985 ha le stesse dimensioni della I che ha usato, ma l’ha ignorato…
oppure quello giallo di 1 LITRO si abbinava perfettamente al 50 iniziale, fatto
da numeri gialli. C’era solo l’imbarazzo della scelta.
No, lui salta tutto questo, e va a pag.47 e prende la I di LIBERTY (o di VILLA, la Vecchione non è sicura quale delle due)… per fare questo benedetto 1…
Lo stesso discorso vale per un anglofono ? E no, cari miei, un
anglofono ha imparato fin dalle elementari ad usare il tratto verticale,
per fare l’1. Gli 1 lui semplicemente li “schifa”… lui sì che ce l’ha nel
sangue… e senza pensarci su, inizia pazientemente a ritagliare una I.
Senza contare che, volendo abbracciare le due ipotesi, e
rafforzare indirettamente quella dell’anglofono, poteva trattarsi di un
americano abituato anche lui a scrivere a macchina… esempio un agente del CID
che ha fatto numerose indagini investigative, della serie… volemose bene.
Poi c’è anche la “B” che manca, come la mettiamo ? Un
ignorante ? Possibile, anche Pacciani fece un appunto, scrivendo proprio “Republica”
con una B, ma Pacciani non scriveva numerosissime lettere con una macchina da
scrivere senza l’1… Un ignorante che scrive con una vecchia macchina, dalla
mattina alla sera ?
By the way… “Repubblica” in inglese si scrive “Republic”, con
una B, un’ipotesi, quella dell’anglofono, che “spiegherebbe” quindi entrambi i
dati oggettivi. Occam sta sorridendo, nella tomba.
Perché caspita questo italiano, maniaco della macchina da
scrivere, dovrebbe “dimenticarsi” una B ?
A parer mio si tratta di un
anglofono disortografico, vedi il mio post sulla disortografia, al riguardo.
P.S. Non posso fare a meno di "citare" un commento in un forum di un "Paccianista". Questo ottusangolo... critica aspramente il concetto di anglofono, e per farlo mette tre foto di scritti a mano di Pacciani (ho evidenziato gli 1 in rosso) e scrive :
"Flebile indizio che Cicci possa
essere di stampo anglosassone; ma flebile flebile perché pure mio nonno
iperilleterato - che scriveva sempre in stampatello - faceva l'uno così ed era
toscano. Una curiosità: Pacciani - con la
sua grafia eclettica e camaleontica - come faceva gli uni (1) e i setti (7)?
All'italiana, ma con un tocco all'americana tavolta".
A parte suo nonno... il bello, è che ci sono, in totale, la bellezza di QUATTORDICI 1 e OTTO 7, e TUTTI gli 1 e TUTTI i 7 hanno il trattino "accessorio", all'italiana !!!
Pazzesco... il risultato è esattamente l'opposto di quello che il genio voleva dimostrare. Nel 100% dei casi (22 volte su 22), l'1 e il 7 sono stati fatti "all'italiana", col trattino diagonale/orizzontale, in nessun caso erano "all'americana", senza trattini aggiuntivi !
Ho citato questa perla del pensiero razionale... perchè mi dà lo spunto per una considerazione aggiuntiva molto importante. Se quando scrive a macchina, un italiano, "molto abituato" a farlo, potrebbe anche battere la I al posto dell'1, e abbiamo visto che nel caso dei due carabinieri, era comunque in una percentuale solo del 19,35%, ma che per il discorso della prevalenza (italiani/americani), diventava più probabile, qui abbiamo un esempio che quando scrive a mano, Pacciani fa l'"1" nel 100% dei casi ! Non si sognerebbe MAI di scrivere "I", o di fare il "7" senza il trattino orizzontale.
E' così che ci hanno insegnato a fare a scuola ! Nei paesi anglofoni, specie anni fa, era l'opposto. C'è quindi un 80,65% di 1 battendo a macchina, percentuale che sale al 100% scrivendo a mano, e secondo voi, quando va a RITAGLIARE, con pazienza, un "1", in che percentuale mette invece una "I" ? ZERO % !!!
Grazie all'illuminate contributo dell'utente del forum, possiamo ritenere al 100% che Pacciani, che pure in un suo scritto ha messo "Republica" senza una B, come nella missiva del mostro, NON SIA STATO l'autore della missiva, DATO CHE ha usato una "I" al posto dell'1". Ne convenite ?
Io non ho la pazienza di andare a cercare scritti a mano di Vanni e Lotti, ammesso che i
due ne abbiano fatti... ma se trovate esempi di "I" al posto
dell'1", fatemelo sapere. Se invece hanno sempre usato
l'"1", com'è probabile, possiamo azzerare, a ragion veduta, l'intero teorema dei CDM.
P.P.S. L'ipotesi di uno che scrive a macchina, ha una sua certa dignità, ma addirittura Segnini & Company, non la prendono nemmeno in considerazione ! Ovviamente un semi-analfabeta come Lotti, è impossibile che scrivesse a macchina un grosso volume di lettere... tanto da essersi "abituato" ad usare la I al posto dell'1, e per questi lottiani irriducibili, il MdF semplicemente avrebbe preso "la prima cosa che assomigliava ad un 1", parole testuali di Segnini !
Inutile tentare di fargli capire che se uno scrive a mano, come Pacciani, l'1, è praticamente impossibile che quando sceglie cosa ritagliare, sebbene ci siano molti 1 nella rivista, vada a ritagliare una I. Per loro "scegliere cosa ritagliare" è diverso dallo scrivere (?), cioè io scrivo 1, ma scelgo di ritagliare qualsiasi cosa (ma non uno degli 1 presenti...) che assomigli ad un 1. Mistero della logica... anzi non è un mistero, è una forzatura assurda, per far comporre a quell'ebete di Lotti la lettera. Detto da un imbecille, ci sta, detto da una persona intelligente, come reputo che sia Segnini, è pura malafede.
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