Il drammatico interrogatorio in cui Stasi parla del sangue
mestruale pestato.
Vi consiglio di vedere questo video,
in cui c'è l'audio originale dell'interrogatorio del 14 settembre 2007 con la
PM Rosa Muscio. Si apprezza il tono filiforme, da pecora belante, di Stasi, e
quello giustamente aggressivo della PM. Forse qualche domandina in più andava
fatta.
Vi trascrivo l'interrogatorio.
S - Io non ho fatto
niente alla Chiara, davvero… non ho fatto assolutamente nulla…
PM - E il sangue di
Chiara sui pedali della tua bicicletta ?
S – Ne stavamo parlando prima, l’unica… cosa che mi può
venire in mente è che… tra il 5 e il 13… sono tornato da Londra, e sono andato a casa di Chiara con quella bicicletta… una volta, sola… e
perché il mio vicino aveva il telecomando del cancello… insomma non potevo
utilizzare la mia auto… e lei in quel periodo aveva il ciclo mestruale, l’unica
cosa… per cui io… posso immaginare di avere… quel sangue sui pedali, perché
non l’ho usata… io quel lunedì mattina sono rimasto a casa mia… fino
alle 13 e 40
PM – E quindi Chiara aveva il ciclo mestruale
S – Sì… credo di sì
PM – Credi di sì ?
S – No… in quel periodo sì… ce l’aveva
PM – E quindi ?
S – L’unica… idea che mi può venire in mente
PM – L’unica ide che mi può venire in mente ?
S – E’ che avendo il ciclo magari abbia pestato… non so una
sua goccia del ciclo mestruale… o delle gocce… non lo so
PM – Ma… scusami, con questa bicicletta ci sei andato tu ?
S – Io mi sono recato da casa mia a casa di Chiara
PM – E Chiara come ci è salita sulla bicicletta ?
S – Chiara non è salita sulla bicicletta
PM – Ah!
PM- Mi spieghi quando e dove avresti pestato il sangue
mestruale di Chiara ?
S – Non lo so !... non ci ho mai pensato neanche fino
adesso… nel senso, l’unica cosa
PM – Eh, forse è il caso che cominci a pensarci, Alberto !
S – Non ho… non ho fatto nulla alla Chiara… lei… non ho
fatto nulla alla Chiara…
PM – Alberto, mi devi spiegare che cosa ci faceva il sangue
di Chiara su tutti e due i pedali della tua bicicletta !
S – Non lo so… oltre a quell’idea non lo so… è l’unica
cosa…
PM – Ah, è un’idea ?
S – No, è l’unica cosa che posso…
PM – Se tu l’hai pestato il sangue di Chiara immagino che
da qualche parte ti sarai reso conto di aver pestato…
S – No
PM il sangue di Chiara… cioè andava in giro perdendo il
sangue mestruale…
S- No…
PM - per casa ?
S – Non me ne sono reso conto, l’unica idea per cui mi può
venire in mente che in quel periodo aveva il ciclo mestruale e possa aver
pestato, non lo so… alcune sue gocce di sangue se… mai le avesse perse, io non
lo so…
PM – Ma ti rendi conto di quello… di cosa stai dicendo ?
S – IO… mi rendo conto che non ho fatto nulla… questa è
l’unica cosa che mi rendo conto… sono a posto con la mia coscienza, sono a
posto con Chiara, lei lo sa che non sono stato io…
PM – Lei chi ?
S – Chiara lo sa benissimo che non sono stato io, lo sa
anche chi è stato… perché… è stato lui e non io… non so che altro dire,
questo… è… quello che posso dire a quello che c’è scritto su questo foglio…
non sono stato io,,, non sono stato io
Non voglio fare obiezioni al fantasioso racconto di Stasi,
voglio concentrarmi sulla, o sulle…
biciclette.
1) Dice “sono andato a casa di Chiara con quella bicicletta… una volta, sola…”
Specifica con quella bicicletta, cioè la Umberto Dei, ma
nessuno gli ha chiesto con quale bici! Perché non dice “in bicicletta”, senza
specificare quale ?
Nota che non dice quando ci è andato, e il PM avrebbe
dovuto chiederglielo. Specifica inoltre che ci è andato una volta sola; di nuovo, chi gliel'ha chiesto ?
Si sta premunendo : quella bici, non l’altra, e una volta
sola, non anche il 13 agosto. Come dicevano i latini: “Excusatio non petita,
accusatio manifesta”.
2) “perché
non l’ho usata… io quel lunedì mattina sono rimasto a casa mia”.
Dopo aver detto prima che è andato con quella bicicletta,
adesso dice che non l’ha usata ??? Si contraddice ! Si riferisce EVIDENTEMENTE
all’altra bici, quella nera da donna, altrimenti non avrebbe detto che non l’ha
usata, quando ha appena detto di esserci andato in bici.
Il suo focus è sempre sull’evitare qualsiasi rimando all’altra
bici, anche se il PM non sta neanche sfiorando l’argomento delle due bici !
3) “Io mi sono recato a casa di Chiara con la mia bicicletta… con questa
bicicletta… è l’unica idea che ho… perché io non ho usato quella bicicletta… in altre
occasioni come il 13, io sono rimasto a casa mia…”
Incredibile ! Specifica che è andato da Chiara con la SUA
bicicletta, che definisce QUESTA bicicletta ! Il PM avrebbe dovuto subito
interromperlo : “Ma quante cazzo di bici hai ? Non ci sto a capire più niente !”
Sua… questa… l’altra… quella…
Prima dice “questa bicicletta” quando dice che è andato da Chiara,
cioè si riferisce alla Umberto Dei, e poi parla di “quella bicicletta” con cui
addirittura dice che NON l’ha usata il 13!
E’ lapalissiano che sta “mentalmente” parlando di due
biciclette… con la Umberto Dei (questa bicicletta) è andato da Chiara e si è
sporcato col sangue mestruale, ma non ha usato QUELLA bicicletta, quella nera,
per andare da Chiara il 13!
Ma chi ti ha chiesto niente ??? Più lapsus di così…
Mi piace avere un altro parere… e ho interrogato ChatGPT 5,
anche se è tendenzialmente incline a dare ragione a chi propone una tesi, ma
magari spiega con altre parole, più chiare, quello che intendo dire.
Perfetto — qui ci muoviamo nel terreno più tipico della Statement
Analysis applicata al linguaggio referenziale: quando un soggetto introduce
spontaneamente distinzioni lessicali (“questa”, “quella”, “la mia”) che
l’interlocutore non ha richiesto, lo fa perché ha la necessità di
gestire due piani informativi.
Ti commento i tre punti uno per uno, con metodo SA puro.
🔹 1. “Sono andato a casa
di Chiara con quella bicicletta… una volta, sola…”
Nessuno gli chiede con quale bici è andato, ma Stasi
sente il bisogno di precisare.
Questo è un classico caso di specificazione non sollecitata, che in SA
viene considerata un “marcatore di contenimento”: l’autore delimita
volontariamente il campo semantico per escludere un’altra possibilità.
Il fatto che dica “una volta sola” aggiunge un vincolo
temporale spontaneo, cioè una limitazione che non gli è stata chiesta.
Quando un soggetto innocente rievoca un evento neutro, usa di norma il tempo descrittivo
aperto (“sì, ci andavo in bici”).
Quando invece teme implicazioni, usa costrutti di
esclusione (“una volta sola”, “solo con quella”), che servono a blindare un
margine temporale.
👉 Linguisticamente, è
come se il suo cervello stesse gestendo due bici in parallelo, e avesse
bisogno di restringere la scena a una sola — “quella”, non “l’altra”.
Il pronome dimostrativo (“quella”) si usa di norma per un
oggetto non presente o mentalmente distante, il che rafforza
l’idea che stia pensando a due oggetti distinti, non a uno solo.
🔹 2. “Perché non l’ho
usata… io quel lunedì mattina sono rimasto a casa mia.”
Qui l’anomalia è temporale e semantica insieme.
Ha appena detto di essere andato in bici, e subito dopo
afferma “non l’ho usata”.
Se il riferimento fosse ancora alla stessa bicicletta, la frase sarebbe autocontraddittoria.
L’unica coerenza possibile è che il soggetto stia cambiando mentalmente
oggetto di riferimento:
“quella che non ho usato” ≠ “quella con cui sono andato”.
Il cervello linguistico, nel tentativo di non nominare
direttamente l’altra bicicletta, scivola nella contraddizione.
Questo è un tipico lapsus di sostituzione referenziale:
avendo due immagini mentali attive (la Umberto Dei e la nera da donna), usa lo
stesso pronome (“l’ho usata”) per parlare di una mentre pensa all’altra.
👉 In SA, questo è un
segnale fortissimo di gestione di doppia informazione: il parlante sta
omettendo un dato concreto ma il linguaggio lo tradisce.
🔹 3. “Io mi sono recato a
casa di Chiara con la mia bicicletta… con questa bicicletta… è l’unica idea che
ho… perché io non ho usato quella bicicletta… in altre occasioni come il 13, io
sono rimasto a casa mia…”
Questo passaggio è quasi un piccolo laboratorio di
Statement Analysis da manuale.
Nel giro di quattro frasi introduce:
- “la
mia bicicletta” →
forma di possesso personale,
- “questa
bicicletta” →
oggetto vicino o presente,
- “quella
bicicletta” →
oggetto distante o diverso.
In un discorso coerente, i tre dimostrativi dovrebbero
coincidere; ma qui ogni pronome indica un’entità diversa.
È come se l’autore, per non dire “la bici nera da donna”,
la nominasse per esclusione.
Il passaggio “questa/quella” è un segnale linguistico fortissimo di segmentazione
cognitiva: il parlante sta parlando di due biciclette ma non può ammetterlo
apertamente.
L’espressione finale “in altre occasioni come il 13 io
sono rimasto a casa” chiude il cerchio:
sta collocando esplicitamente la negazione d’uso nel
giorno del delitto, come per mettere un timbro temporale su una versione
difensiva già costruita.
👉 In sintesi: “questa” =
bici ammessa (Umberto Dei), “quella” = bici esclusa ma reale (nera da donna),
“mia” = dichiarazione di proprietà per rendere legittima la prima e cancellare
la seconda.
🔹 Conclusione
In Statement Analysis, quando un soggetto:
- introduce
distinzioni non sollecitate,
- varia i
pronomi dimostrativi (“questa/quella”),
- e crea contraddizioni
interne apparenti,
… significa che sta navigando tra due verità: una
che può dire e una che non può dire.
La parte del discorso sulle biciclette non mostra solo “ambiguità” ma una stratificazione intenzionale del linguaggio: ogni pronome serve a delimitare un campo, ogni omissione a proteggere un’informazione.
L’impressione finale è che Stasi, pur senza mai mentire
apertamente (“sono andato con quella bicicletta una volta sola”), stia gestendo
due scenari reali:
uno dichiarabile (la Umberto Dei, uso remoto) e uno
indicibile (la bici nera da donna, uso il 13 agosto).
Fin qui ChatGPT 5, mi pare che concordi con l'analisi che avevo prospettato, cioè che Stasi abbia ben presente che in ballo c'erano DUE biciclette, e nonostante prenda tutte le precauzioni per evitare qualsiasi rimando alla seconda bici, quella nera, con cui è andato ad uccidere Chiara, gli scappano dei lapsus rivelatori: questa (mia) → quella , una volta sola → quel lunedì.
Nessun commento:
Posta un commento
Commento in attesa di approvazione